E’ già polemica sui voucher per la spesa alimentare? Così sembrerebbe. Un articolo pubblicato su Il Giornale riporta come i dati diffusi dai vari CAF identificano nella popolazione straniera quella con più diritto di intascare i buoni spesa gratis (tra il 30 e il 40% rispetto a tutti coloro che ne possono fare richiesta). Naturalmente si parla di extracomunitari iscritti alle anagrafi comunali; al netto di questo, il vero tema lanciato dal quotidiano è quello delle possibili frodi. Ricordiamo che i buoni spesa finanziati dal Governo saranno gestiti e distribuiti autonomamente dai comuni: si tratta di un aiuto economico a tutte le famiglie, che a causa dell’emergenza Coronavirus, non siano in grado di acquistare cibo e beni di necessità. Ad esempio chi abbia perso il lavoro dallo scorso febbraio (per licenziamento o mancato rinnovo del contratto), chi è in cassa integrazione e ha a carico altri familiari, le partite Iva e i lavoratori delle aziende che hanno chiuso.



BUONI SPESA GRATIS: POSSIBILI FRODI

I buoni spesa vengono distribuiti dunque dai comuni: nelle grandi città per snellire l’operazione di richiesta si è ricorsi all’autocertificazione. Qui ci sarebbe il primo “inghippo”: come controllare che si riporti il vero, nel modulo che andrà compilato e consegnato via fax o email? La risposta non si è fatta attendere: con i controlli a campione. Vero: peccato che i voucher possano essere consegnati come bonifico su conto corrente o appunto in buoni spesa presso il proprio domicilio. Nel secondo caso, non ci sarà il rischio di prelievi forzosi qualora si sia dichiarato il falso; nel primo, sarà l’Inps che dovrà consentire questo tipo di verifiche che dovranno essere rapide e capillari. Sappiamo però che la situazione non è esattamente lineare: oggi abbiamo già scritto di come il portale dell’Inps sia andato “in down”, mentre a Palermo il sindaco Leoluca Orlando ha anticipato di un giorno la procedura di richiesta e sono arrivate 4 richieste al minuto, per un totale di 11 mila.



Il primo cittadino del capoluogo siciliano si è già fatto sentire, dicendo testualmente “evitiamo che qualche sciacallo provi a intrufolarsi”. Nel frattempo ha anche aperto la possibilità di erogare i buoni spesa tramite convenzioni con catene di supermercati, carte prepagate o buoni pasto. Come sempre, a fare la differenza in questi casi dovrà essere il buon senso dei privati cittadini: se con questo sistema sarà impossibile controllare che chi richiede i voucher ne abbia davvero bisogno secondo i requisiti, spetterà al singolo mettersi una mano sulla coscienza.

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