Roberto Burioni, stimato virologo di fama internazionale, professore di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, è stato ospite ieri sera, come di consueto, presso la trasmissione di Rai Tre, Che Tempo Che Fa, ultimo appuntamento della stagione 2021-2022. L’esperto virologo è tornato a parlare di covid, ed ha ripercorso quanto accaduto negli ultimi due anni, volgendo lo sguardo al futuro, e invitando gli addetti ai lavori a non sottovalutare un possibile ritorno del covid: “Siamo a Codogno, in provincia di Lodi – ricorda Roberto Burioni – è il 17 febbraio 2020 e un uomo di 38 anni non sta bene, ha una brutta influenza. Va al pronto soccorso dove gli viene diagnosticata una lieve polmonite… Inizia esattamente il giorno di quel tampone, il 20 febbraio 2020, questa pandemia che non è necessario raccontare. La conosciamo fin troppo bene…”.
Burioni ha ricordato i numeri drammatici registrati in Italia a causa del covid: “Da allora abbiamo avuto oltre 17 milioni di casi confermati, almeno 166mila morti. “Nel frattempo il virus non è rimasto fermo – ha continuato – sono apparse nuove varianti straordinariamente più contagiose, ma non siamo stati fermi neanche noi. I vaccini hanno conservato la loro capacità di prevenire le forme gravi e sono arrivati farmaci efficacissimi” Quindi un appello a mantenere la guardia altissima, soprattutto in vista dei mesi di settembre e ottobre: “È probabile che durante l’estate il numero di casi diminuisca, ma attenzione è altrettanto probabile che in autunno ci possa essere una risalita delle infezioni. Quanto sarà grave questa risalita? Nessuno può dirvelo… Farsi prendere di sorpresa – chiosa Burioni – dopo oltre 2 anni di pandemia, con farmaci e vaccini efficaci, sarebbe imperdonabile”.
BURIONI E I TIMORI COVID PER L’AUTUNNO: “POTREBBE ESSERE NECESSARIA LA QUARTA DOSE”
Gli stessi timori Burioni li aveva espressi sempre ieri, intervistato dal Corriere di Viterbo: “Ora siamo in estate, ed è attestato che il virus circoli meno. In autunno però non sappiamo come si comporterà. Quello che mi sento di dire è di non farci cogliere di sorpresa. Possiamo ipotizzare, ad esempio, che sia necessaria una quarta dose del vaccino, per cui facciamoci trovare pronti, preparandoci da adesso. Un ulteriore passo significativo sarebbe quello relativo al ricambio d’aria – continua il professore – per cui, fin tanto che si può, sarebbe opportuno dotare le strutture di impianti adeguati, da installare soprattutto nelle scuole, negli uffici e nei luoghi al chiuso in genere”.