Burioni: “Djokovic? Modello per tante persone ma…”
Novak Djokovic ha trionfato agli Australian Open: si tratta del suo decimo successo nella competizione che lo scorso anno lo ha visto escluso per via della mancata vaccinazione. A tornare proprio sull’esclusione nel 2022 del tennista è stato Roberto Burioni sulle pagine de La Stampa. Alle parole del virologo sono seguite quelle di Mattia Feltri che ha giudicato l’opinione dell’esperto come “enunciazioni imperiose” perché ora “le emergenze sono altre”.
Sempre sulle pagine de La Stampa, Burioni ha risposto nuovamente, definendo il tennista un “campione con la c minuscola”. “I grandi campioni, così come i grandi artisti, godono di immensi privilegi ma hanno anche immense responsabilità. Essendo presi a modello da tante persone, che li eleggono a loro idoli, influiscono con grande efficacia su scelte individuali che rivestono una notevole importanza per la sicurezza della nostra comunità. Rimanendo strettamente nel campo di mia competenza, è bene ricordare che uno dei contributi più importanti al successo della vaccinazioni contro la poliomielite negli Stati Uniti lo diede Elvis Presley che, al culmine della sua fama, il 25 ottobre 1956, si vaccinò in diretta televisiva durante l’Ed Sullivan Show, una popolarissima trasmissione”, ha scritto il medico.
Roberto Burioni: “Djokovic idolo dei complottisti”
Secondo Roberto Burioni, il meccanismo dell’esempio “purtroppo ha funzionato anche al contrario: sempre negli Stati Uniti un elemento decisivo nello scatenare la diffidenza nei confronti delle vaccinazioni fu costituito dal comportamento di un’attrice e presentatrice molto amata, Henry McCarthy, che nel 2007 attribuì falsamente e pubblicazione alle vaccinazioni l’autismo di suo figlio”.
Sulle pagine de La Stampa, il virologo ha proseguito: “Insomma, anche se il Covid è in ritirata, i vaccini rimangono fondamentali per la sicurezza della nostra comunità. Djokovic, con il suo comportamento, è diventato un idolo per i pericolosi complottisti che non credono alla medicina e la sua vittoria sportiva un gagliardetto da sventolare in faccia a chi in questi mesi della scienza si è fidato. Una persona che mette in gioco la sua carriera sportiva per i propri ideali suscita istintivamente profonda ammirazione. L’anno scorso Djokovic si è fatto cacciare dagli Open d’Australia per non farsi somministrare un farmaco efficace e sicuro che avrebbe protetto la sua salute e quella degli altri, specialmente dei più deboli. Insomma, i toni potranno pure essere eccessivi, ma è pur vero che ci sono Campioni e campioni”.