Il professor Roberto Burioni, virologo del San Raffaelle di Milano, è stato ospite come di consueto del programma di Rai Tre, Che Tempo Che Fa. Le prime parole dell’esperto sono state per il naufragio di Crotone: “Uno dei pericoli più grandi per chiunque cade in acqua è l’acqua fredda, le temperature anche di mari caldi come i nostri sono circa di 10 gradi e questo provoca grandi conseguenze”.
La specialista di rianimazione, Sonia Tancredi, ha quindi approfondito la vicenda: “Qual è la temperatura di una piscina confortevole? Una piscina ha una temperatura media di 28 gradi quindi immaginiamo cosa può succedere a chi cade in acqua a 10 gradi. Un corpo che cade in acqua perde calore e va in ipotermia per l’estrema capacità dell’acqua di sottrarre calore. Questo choc termico può già da solo causare dei problemi anche mortali, si può avere fin da subito un arresto cardiaco. Chi resiste ad uno choc può mettere in atto una serie di misure di protezione, dei riflessi incondizionati: si tende a respirare più velocemente e ciò porta a disorientamento, confusione che uniti alla paura creano un disagio ulteriore”.
BURIONI E TANCREDI SULLA MORTE PER ANNEGAMENTO: “E’ UNA LOTTA CONTRO IL TEMPO”
La dottoressa Sonia Tancredi ha proseguito: “Un altro di meccanismo di protezione del corpo è quello di mandare tutto il sangue all’interno degli organi per toglierlo dalla cute e in tutto questo ci sono anche dei brividi intensi, non piacevoli, nel tentativo di produrre calore”. Burioni ha poi ripreso la parola: “E’ una lotta contro il tempo: il corpo tenta di conservare il calore e l’acqua che lo sottrare”.
Poi di nuovo Tancredi: “Quanto si resiste in acqua? Dipende dalla temperatura e soprattuto dalla permanenza. In acque a 10 gradi anche se si è ben protetti o ben allenati è difficilissimo sopravvivere a lungo”. E ancora: “Chi non sa nuotare va incontro all’annegamento: la prima fase è quella della sorpresa, il corpo va sott’acqua e cercare di riempire i polmoni. Poi sott’acqua si cerca di resistere senza respirare, sono dei secondi. E quando non ce la fa più si respira acqua che entra nelle vie aeree, queste si chiudono, ciò causa una diminuzione dell’ossigeno, il cervello chiede una respirazione forzata, e poi si muore. E’ una morte atroce, c’è consapevolezza, dura tanto, ed è una roba di minuti”.