Roberto Burioni contro la politica: quello del famoso virologo è un dietrofront? In un intervento che compare su Medical Facts, Burioni è tornato a parlare della Fase 2 del Coronavirus e ha esplicitamente detto che deve essere la politica a decidere circa le riaperture e l’allentamento delle misure restrittive. Per farlo, il virologo ha portato una serie di esempi; innanzitutto ha detto che fino a pochi mesi fa “gli scienziati dovevano lottare duramente per farsi ascoltare dai politici”, rei secondo lui di organizzare convegni senza alcuna base scientifica. Per esempio sull’obbligo vaccinale, discusso in Senato con “bestialità tali da far drizzare i capelli a chiunque abbia in minimo rispetto la scienza”, almeno secondo la sua opinione. Ecco, adesso le cose sono cambiate: si è invertito tutto, tanto che Burioni sostiene come adesso la politica voglia obbligare la scienza a decidere se riaprire i bari e i ristoranti, se riprendere le lezioni a scuola, se permettere lo spostamento dei cittadini e la ripartenza delle attività produttive”.



Burioni è una sorta di fiume in piena: per spiegare come non possa essere la scienza a decidere sulla Fase 2 ha anticipato che molte delle risposte alle domande sul Coronavirus debbano necessariamente essere “ancora non lo sappiamo”, perché si tratta di una malattia comparsa da tre mesi e che nel mondo occidentale è arrivata il 20 febbraio. Tuttavia, anche qualora le risposte siano precise e conosciute, la scienza non potrebbe in alcun modo prendere il posto della politica. E qui arrivano gli esempi che, a dire il vero, sono abbastanza chiari a prescindere dalla posizione. Il primo è quello dell’obbligo per i motociclisti di portare il casco, negli Stati Uniti: “La scienza dice che diminuisce del 40% le morti in caso di incidente” eppure ci sono due Stati (Illinois e Indiana) in cui il casco non è obbligatorio, mentre in altri Stati si può viaggiare senza. “La scienza dà indicazioni identiche, poi sono i politici che devono scegliere e lo fanno, com’è evidente, in tutta indipendenza”.



BURIONI “FASE 2? DECISIONE E’ DELLA POLITICA”

Un altro esempio che il virologo porta a sostegno di questa “campagna” riguarda la cultura alimentare: in breve, Burioni ricorda come in Italia la carne di cavallo faccia parte di “alcune prelibatissime ricette locali” ma negli Stati Uniti la macellazione del cavallo sia severamente vietata, corrispondendo a quello che nel nostro Paese sarebbe mangiare un cane; vietato ucciderne uno così come un gatto, ma è legale invece farlo con un coniglio o un topo. E ancora: “Se si è maggiorenni a 18 anni non è perché la scienza ha notato i cambiamenti nell’essere umano in quella precisa data, è perché la politica ha deciso così”. Oppure, ingegneri e architetti possono progettare e costruire un ponte secondo le indicazioni scientifiche in loro possesso, ma la decisione di realizzarne uno per unire due città deve essere responsabilità della politica.



Dopo gli esempi, Burioni torna a parlare della Fase 2 da Coronavirus per dire che la scienza potrà dire solo quello di cui è a conoscenza, ovvero “come si trasmette la malattia, quali comportamenti possano essere pericolosi e quali possono essere le conseguenze dell’infezione”; tuttavia la traduzione di queste informazioni in provvedimenti concreti non è suo compito. Altrimenti, dice il virologo, saremmo in una dittatura della scienza. “Invece per nostra fortuna la Repubblica Italiana è una democrazia”. Questo il suo intervento, purtroppo va anche notato che in questo periodo di Coronavirus le informazioni e le conoscenze che ci arrivano dal mondo della scienza non sono sempre uniformi, anche accettando che si sappia poco circa il Covid-19; ad ogni modo, la posizione di Burioni è chiara.