Il professor Roberto Burioni, virologo dell’ospedale San Raffaele e dall’inizio dell’epidemia in prima fila nella battaglia contro il coronavirus, dal suo sito ufficiale medicalfacts.it lancia un’idea per provare a rilanciare l’attività in Italia dopo la quarantena in maniera duratura. La cosiddetta Fase 2, dopo la fase di distanziamento sociale intensivo per contenere l’epidemia, dovrebbe partire ad inizio maggio con una maggiore libertà di movimento e una serie progressiva di riaperture di attività lavorative e commerciali anche tra quelle considerate non strettamente necessarie. Il dottor Burioni ritiene però che sia necessaria una strategia chiara per continuare a monitorare strettamente la diffusione del coronavirus, tracciare gli infetti e comprendere come si possa evitare lo scoppio di altri focolai simili a quello lombardo, che ha causato decine di migliaia di infetti e migliaia di morti. Secondo Burioni si passera ora per una “transizione dalla fase “pandemica” di COVID-19 a quella “endemica”.” Ma per convivere col virus in attesa del vaccino riprendendo una parvenza di normalità servirebbe una immunità naturale di massa che al momento è tutt’altro che garantita. E allora quale può essere la soluzione?
MRF: MONITORAGGIO E RISPOSTA FLESSIBILE
Dal suo portale Burioni propone: “Per tornare gradualmente alla nostra vita di sempre, proponiamo la creazione di una struttura di monitoraggio e risposta flessibile, MRF, dell’infezione da SARS-CoV-2 e della malattia che ne consegue (COVID-19) e, possibilmente, in futuro, di altre epidemie. Questa nuova struttura, con chiare articolazioni regionali, che prevediamo operare sotto il coordinamento di Protezione Civile (PC) e Ministero della Salute (MinSan) e il supporto tecnico dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dovrà avere precise caratteristiche.” Che sono nella fattispecie la possibilità di effettuare un numero altissimo di test sulla popolazione, per tracciare i nuovi contagi e valutare l’immunità raggiunta tramite i test sierologici. Tracciamento che dovrà portare alla produzione di dati in tempo reale sotto la supervisione dell’ISS, quindi più potere alle Regioni per gli interventi locali e infine coordinamento con l’Ordine dei Giornalisti per migliorare la comunicazione con i cittadini, tasto dolente durante questa epidemia. Il MRF dovrà tenere sotto controllo la situazione e diventare il riferimento nel caso una situazione simile al coronavirus dovesse ripetersi in futuro, per non trovarsi impreparati di fronte alla minaccia di una nuova pandemia sconosciuta.