Nelle ore in cui la crisi di Governo rischia di far saltare il progetto del Conte-ter proprio – tra gli altri – per la figura di Domenico Arcuri, il commissario all’emergenza Covid risulta “inviso” anche all’interno di parte della comunità scientifica italiana. Fa ancora discutere infatti l’intervista da Fabio Fazio domenica scorsa, quando Arcuri parlando del ritardo dei vaccini – imputandolo alle uniche colpe delle Big Pharma multinazionali – ha spiegato va accettato serenamente che vi siano per il momento meno vaccini.



Ecco, il virologo Roberto Burioni immediatamente dopo l’intervista tv a “Che tempo che fa” prende forte posizione proprio da Fazio e spiega «Un ritardo nella consegna di vaccini significa morti». Non solo, per il professore del San Raffaele sono le parole stesse usate da Arcuri a “colpirlo” in negativo: «Mi ha colpito l’utilizzo di un avverbio, che dobbiamo accettare ‘serenamente’ che ci siano meno vaccini. Posso accettare serenamente la foratura di una gomma, ma se vado da un paziente in ospedale e gli dico che non ho gli antibiotici per curarlo, lui non lo accetta serenamente».



LE CRITICHE AD ARCURI

Per Burioni occorre raccontare agli italiani la verità – e indirettamente parte un’altra critica ad Arcuri e al Governo in queste ultime settimane: «Bisogna dire le cose come stanno e chiamare le cose con il loro nome: un ritardo nella consegna di vaccini significa morti. Capisco ci siano difficoltà, ma quando a Kennedy dissero che ci voleva tempo per andare sulla Luna, lui disse ‘allora cominciamo subito’. Noi non possiamo non andare sulla Luna, i vaccini sono indispensabili». Il virologo da Fazio ha poi spiegato di essere a favore del giusto profitto, ma nello stesso tempo questo «non può venire prima della vita umana. Siamo riusciti a fare qualcosa di incredibile e non riusciamo a produrla?».



Il discorso nel dettaglio di Arcuri era però questo: «Dovremo serenamente condividere che i vaccini che abbiamo a disposizione sono largamente di meno di quelli che ci era stato detto. Noi Paesi fruitori abbiamo una quantità di vaccini largamente inferiore rispetto a quelli scritti nei contratti», frasi per nulla piaciute né alle opposizioni né a parte del mondo scientifico divulgatore che pure negli scorsi mesi si è sempre espresso a favore delle azioni prese dal Governo sulla gestione della pandemia. A tutto questo, va aggiunta l’inchiesta “choc” di Milena Gabanelli ieri sul Corriere della Sera che sottolinea le tante perplessità legate alla gestione commissariale di Arcuri fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus.