Il professor Roberto Burioni, stimato virologo dell’università San Raffaele di Milano, ha cercato di fare chiarezza in merito alla possibilità che un vaccinato possa essere contagioso. Attraverso un post pubblicato sul blog Medical Facts, il noto luminare si è soffermato sull’efficacia del vaccino anti covid contro la variante Delta, scrivendo: “Una delle domande che tutti, giustamente, si fanno, è se i vaccini che attualmente utilizziamo funzionano contro la variante delta. Siccome si leggono un sacco di scemenze, vediamo di fare chiarezza”.
Quindi Burioni spiega: “E’ vero che l’attività “bloccante” (correttamente si chiama neutralizzante) dei sieri nei confronti di delta è diminuita, ma rimane molto al di sopra di quello che consideriamo il livello di guardia. Ricordatelo sempre quando leggete articoli terrorizzanti che vi dicono “il potere neutralizzante contro la variante x è calato di sei volte. Quello che è importante è il valore assoluto. Che una lastra di metallo sia spessa 5 cm o 2 cm cambia poco se vi sparano con una pistola, siete comunque al sicuro”.
BURIONI: “VACCINI PROTEGGONO AL 95% CONTRO FORMA GRAVE DI COVID”
Il virologo ha quindi ribadito il fatto che in ogni caso i vaccini proteggono dalle forme gravi, quindi le ospedalizzazioni e l’eventuale evento morte: “La cosa più facile da stabilire è se proteggono contro le forme gravi (le forme gravi vengono in ospedale, non bisogna andarle a cercare), e i dati che arrivano da UK sono per ora ottimi: la protezione contro la forma grave è superiore al 95% per entrambi i vaccini”.
Non è ancora certo, e qui ci riallacciamo al discorso d’apertura, se il vaccino protegga anche dall’infezione, compresa quella asintomatica: “Questi dati (scrive Burioni mostrando una tabella ndr) sono usciti proprio mercoledì (il giorno del New England, ricordate) e i risultati sono di nuovo molto confortanti. Il vaccino Pfizer ha una efficacia dell’88%, quello AstraZeneca al 66,7%”. Poi conclude: “Quanto sono contagiosi i vaccinati che contraggono la malattia? Non abbiamo ancora questo dato, ma è ragionevole aspettarsi che i vaccinati che si infettano siano molto meno infettivi e forse per nulla (almeno se vaccinati con i vaccini a mRNA)”.