CRISTIANI PERSEGUITATI IN AFRICA: ATTENTATO IN BURKINA FASO, ALMENO 15 MORTI DURANTE LA MESSA
Burkina Faso ed Etiopia, gli ultimi due attacchi in ordine di tempo contro i cristiani in Africa “insanguinano” l’inizio della Quaresima per le comunità in minoranza in larghe parti del Continente Nero: il bilancio parziale che arriva dal Burkina Faso è di almeno 15 fedeli morti per gli spari di un gruppo armato entrato in azione durante la Santa Messa nel villaggio di Essakane. A darne notizia è stato un comunicato diffuso dal Vaticano del vescovo della Diocesi di Dori, mons. Laurent Bifuré Dabire.
12 delle 15 vittime nell’attentato durante la Messa in Burkina Faso sono morte sul posto mentre le altre 3 sarebbe decedute in ospedale per le troppo gravi ferite riportate: secondo fonti di stampa circolate a livello internazionale, l’attentato è stato condotto da gruppo armati di terroristi fondamentalisti (mistero ancora su quale sigla) entrato in azione sparando all’impazzata durante la celebrazione eucaristica. «In queste dolorose circostanze», ha scritto il vescovo nel messaggio, «vi invitiamo a pregare per il riposo eterno di quanti sono morti nella fede, per la guarigione dei feriti e per la consolazione dei cuori addolorati. Preghiamo anche per la conversione di coloro che continuano a seminare morte e desolazione nel nostro Paese. Che i nostri sforzi di penitenza e di preghiera durante questo periodo di Quaresima portino pace e sicurezza al nostro Paese, il Burkina Faso».
DAL BURKINA FASO ALL’ETIOPIA: UCCISI 4 PRETI ORTODOSSI DURANTE ATTACCO IN MONASTERO
Era stato lo stesso vescovo Dabiré a spiegare nel report dell’ACS 2023 (Aiuto alla Chiesa che Soffre) come il problema dei cristiani perseguitati in Burkina Faso fosse tutt’altro che risolto: «Il 50% del Burkina Faso è occupato e controllato dai gruppi terroristici. Se alcuni di questi hanno dichiarato esplicitamente le loro intenzioni, con altri sono sufficienti le loro denominazioni, come il Gruppo per il sostegno dell’Islam e dei musulmani (Jnim), per comprendere che mirano chiaramente a imporre l’Islam a tutto il Paese, anche attraverso l’uso del terrorismo», era il grido di allarme del presule solo un anno fa, quando venne tra l’altro ucciso un prete nel nord-ovest del Paese. Oggi l’attentato sanguinario durante la messa e l’impressione è che non si possa considerare come l’ultimo residuo episodio di violenze contro i cristiani.
Cambiando Stato ma non continente, domenica di sangue per i cristiani anche in Etiopia con l’attacco scagliato da un gruppo di fondamentalisti contro un monastero della Chiesa ortodossa in Etiopia, a Tewahedo: «quattro sacerdoti sono stati uccisi durante un attacco al monastero di Zequala, nella regione dell’Oromia», annuncia l’ACS su Twitter. Militanti armati hanno fatto irruzione nel monastero e hanno prima rapito e poi giustiziato i preti ortodossi: la rivendicazione sarebbe ad opera dei gruppi armati ribelli Oromo, entrati nella struttura cristiana a circa 50 km da Addis Abeba. L’annosa persecuione in Nigeria, gli attacchi in Niger, Etiopia, Burkina Faso e non solo: i cristiani in larga parte dell’Africa muoiono ogni giorno per il solo fatto di testimoniare Cristo, nel silenzio quasi assordante dei media di mezzo Occidente.