Sebbene il Burkina Faso, stato africano nella regione del Sahel, sia da tempo attraversato, come tutta l’Africa centro occidentale, dalla forte attività di gruppi jihadisti, sembra che il rapimento di suor Suellen Tennyson della Congregazione delle Marianite di Santa Croce sia opera di criminali comuni anche se ovviamente i gruppi islamisti si finanziano con operazioni di questo tipo. E’ accaduto la scorsa notte nella comunità delle suore della parrocchia di Yalgo, che si trova a 110 chilometri da Kaya, capoluogo della Regione Centro-Nord. La religiosa, originaria degli Stati Uniti, ha 83 anni e questo desta particolare preoccupazione per le sue condizioni.



I rapitori hanno devastato la stanza da letto della suora alla ricerca di oggetti di valore e non avendoli trovati l’hanno rapita con l’intenzione di chiedere un riscatto. Stessa cosa era successa con il rapimento di padre Luigi Maccalli, tenuto sotto sequestro per ben due anni, dal 2018 al 2020. “La diocesi di Kaya si unisce in preghiera per la liberazione di suor Suellen Tennyson“, è l’appello lanciato da monsignor Teophile Narè, Vescovo di Kaya.



BURKINA FASO: SUORA RAPITA, TRASFERITE 5 RELIGIOSE

Nella comunità della suora rapita ci sono altre cinque religiose, ovviamente sotto shock, trasferite per il momento a Kaya per motivi di sicurezza. Suor Tennyson era in servizio dall’ottobre 2014 presso la parrocchia Sainte famille de Nazareth a Yalgo, fondata il 14 gennaio del 2012, ed era responsabile di un centro sanitario della zona. Non era mai successo prima che una suora venisse rapita in Burkina Faso, mentre nel 2019 un gruppo di islamisti aveva ucciso un sacerdote e cinque fedeli durante la celebrazione di una messa e nel marzo dello stesso anno è stato rapito padre Joël Yougbaré, parroco di Djibo, del quale non si sono più avute notizie. Nel Sahel le condizioni economiche di estrema povertà hanno portato negli ultimi anni alla crescita di gruppi jihadisti, divisi tra appartenenti all’Isis e a al Qaeda, in lotta fra di loro per conquistare la supremazia nel tentativo di costituire un nuovo stato islamico dopo il fallimento di quello in Siria.

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