Non esiste una sola Africa. I diversi Paesi hanno economie molto differenti tra loro e grazie alla tecnologia, sempre più spesso molte di queste sono in fase di sviluppo. È il caso del Burundi, uno dei Paesi più poveri dell’Africa e uno dei dieci più poveri al mondo. Basti pensare, come spiega Il Sole 24 Ore, che il 71,3% della sua popolazione vive con meno di 1,9 dollari al giorno. L’economia del Paese africano si basa sulle coltivazioni di caffè, cotone, tè, manioca, miglio, mais, sorgo, patate dolci, banane. Il terreno è fertile ma non c’è alcuna forma di industrializzazione e questo fa sì che il lavoro scarseggi, così come i profitti. Di recente, però, un’innovazione si sta facendo largo, cambiando la vita di tanti contadini.
Si tratta del progetto Umuco di Fondazione Avsi che ha realizzato, grazie a fondi dell’Unione europea, progetti che hanno permesso di incrementare l’innovazione tecnologica del Paese. Il progetto ha toccato oltre 115.000 persone e per garantire loro l’accesso a sistemi di energia sostenibile ed economica nelle zone rurali del Paese. Lì meno del 2% aveva accesso all’elettricità. La fornitura di luce, ha ora permesso anche di utilizzare attrezzature per il funzionamento degli ospedali e degli ambulatori sanitari, migliorando anche il servizio in molte scuole. Il progetto si basa anche sull’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, con una relativa diminuzione del consumo di legname e carbone: l’energia solare, dunque, sta avendo importanti risultati in Burundi.
Burundi, energia negli ospedali e nelle scuole
Piccole lampade solari, che durano anni e costano pochi dollari, consentono di avere luce anche al calar del sole o quando il brutto tempo rende il cielo cupo. Il progetto, in Burundi, sta avendo risultati importanti: permette di avere elettricità in sala parto, negli ambulatori infermieristici o di studiare anche dopo il tramonto. Umuco di Fondazione Avsi prevede anche pannelli fotovoltaici per le scuole e gli ambulatori, spiega Il Sole 24 Ore. Una vera e propria innovazione in un Paese povero che fino a questo momento non aveva quasi per nulla accesso all’elettricità.
Inclusi nel progetto anche i “fornelli migliorati“, ossia piccoli forni di argilla, fatti a mano, che sostituiscono il classico sistema del fuoco a legna. Il fornello, prodotto grazie all’aiuto di Avsi, è accessibile e permette di risparmiare il 50% di legna. Evita anche malattie polmonari, non venendo generato fumo dal suo utilizzo: queste sono una delle maggiori cause di morte nelle zone rurali africane, secondo l’Oms. L’innovazione permette inoltre di risparmiare legna e fatica: infatti, il lavoro che prima veniva dedicato al taglio degli alberi, può essere indirizzato ora verso altre attività.