Venticinque bambini sono stati messi in salvo prima che l’autobus sul quale viaggiavano prendesse fuoco. L’incidente è avvenuto nella galleria Fiumelatte lungo la corsia nord della Superstrada 36 che collega Lecco alla provincia di Sondrio. Il gruppo di adolescenti dai 10 ai 13 anni provenienti da Lipomo, comune alle porte di Como, era diretto a Livigno per un campo estivo quando l’autista ha avvertito qualcosa di anomalo e si è immediatamente fermato facendo scendere i ragazzi, mettendoli al sicuro prima che l’incendio divampasse. Solo grazie al tempestivo intervento dell’autista è stata evitata una tragedia: a domare le fiamme sono intervenute cinque squadre dei vigili del fuoco del distaccamento di Lecco e Bellano, mentre sette bambini sono stati portati in ospedale per accertamenti in quanto avrebbero inalato fumo, ma senza conseguenze preoccupanti.



La notizia a lieto fine suscita enorme sollievo, compiacimento per il gesto di un uomo che ha saputo agire con prudenza e determinazione, da eroe che non perde la lucidità di un bene da perseguire, ma non elimina del tutto la sensazione di sgomento per quel che sarebbe potuto accadere. L’intreccio di fattori imponderabili che hanno interrotto il viaggio dei bambini verso una meta di vacanza provoca comunque anche un brivido, evoca inevitabilmente un sentimento di inquietudine: una titubanza, un’incertezza sul da farsi, avrebbe fatto la differenza, avrebbe determinato l’irreparabile catastrofe. Il pensiero della disgrazia sfiorata da vicino, evitata grazie all’accortezza vigile dell’uomo alla guida, all’intuito che ha determinato la sua rapida azione, non è da disperdere, va trattenuta come un messaggio, come un sentimento che può risvegliare sorpresa di fronte al nostro vivere intrecciato di precarietà e sicurezza, a volte distante dalla realtà che è sempre imprevedibile, è sempre “altra” rispetto alle istintive pianificazioni.



Possiamo immaginare l’abbraccio dei bambini ai loro genitori a conclusione dell’imprevedibile incidente vissuto con emozioni intense e contrastanti, fra ansie e rassicurazioni, senso di paura e incoraggiamento reciproco… Possiamo immaginarlo solo come un abbraccio speciale, carico di una commozione particolare, forse investito da una novità e da una gratitudine senza misura. Un abbraccio da non dimenticare proprio per quella vibrazione di sorpresa e di novità che si avverte di fronte alla vita che non possediamo fino in fondo, che non riusciamo a dominare, che contiene una rivelazione sempre oltre le nostre attese. Nello stesso alone di gratitudine che restituisce uno sguardo più profondo e lungimirante su ogni circostanza, anche il ricordo dell’autista sarà indelebile e prezioso: in quegli istanti decisivi, in ogni mossa la sua bussola è stata orientata al bene, un bene che richiede di prevedere e provvedere senza indugio, nella totale tensione a mettere in salvo tutti.



Lo hanno già definito un eroe, ma quei bambini che si sono fidati di lui, che hanno sperimentato il vigore della sua passione e dedizione alla loro vita, lo ricorderanno forse come un padre, con un’incancellabile riconoscenza.

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