Un bus l’11 dicembre 2020 ha investito e ucciso Cristina Conforti a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano: la donna, intorno alle 15.30, si trovava sul marciapiede in via Gorki, la strada che costeggia il Parco Nord. L’autista della linea 727 Atm che era alla guida non si era accorto di lei, poiché era distratto dal cellulare, e l’ha urtata. Il motivo? In base alla perizia disposta sul dispositivo dalla pm Michela Versini, come riportato dal Corriere della Sera, l’uomo stava scrivendo dei messaggi a luci rosse in una chat su Facebook.
La vittima morì sul colpo a causa dell’impatto violentissimo, i cui segni rimarranno a lungo ben visibili sul parabrezza del pullman. L’autista invece non si fece nulla, seppure venne accompagnato al pronto soccorso in codice verde a causa dello stato di choc in cui versava successivamente al sinistro. A distanza di due anni, adesso, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio stradale. Il decesso della cinquantatreenne Cristina Conforti probabilmente si sarebbe potuto evitare.
Bus investe e uccide donna: la perizia sul cellulare dell’autista Atm
Dopo che il bus ha investito e ucciso la donna a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, l’Atm ha immediatamente sospeso l’autista che ha provocato l’incidente quell’11 dicembre 2020. Soltanto la perizia effettuata nei mesi scorsi, però, ha stabilito con fermezza le sue responsabilità. Il conducente, come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio e come riportato dal Corriere della Sera, “non prestava adeguata attenzione alla guida, essendo impegnato in conversazioni scritte via Facebook”, al punto da “urtare con il pneumatico il cordolo in cemento del marciapiede, non accorgendosi della presenza del pedone”, così “colpendola con il cristallo del parabrezza e proiettandola alla base dell’autobus” per poi investirla e “trascinarla fino alla fine della corsa”, causandone il decesso.
Fernando Rosa, responsabile Giesse Risarcimento Danni di Monza, che assiste la famiglia di Cristina Conforti, ha ammesso di essersi trovato in difficoltà nel dover raccontare ai cari della vittima perché l’autista fosse distratto alla guida. “È inaudito morire in simili circostanze”, ha commentato.