La rottura tra Conte e Grillo ha acceso il dibattito politico, il futuro del M5s è tutto da scrivere. Intervenuto a Stasera Italia, Pietrangelo Buttafuoco è entrato in tackle sull’ex premier: «Conte è il personaggio minore di una commedia mal riuscita, mentre Grillo, da genio dell’arte qual è, ha saputo costruire questa messa in scena svelandosi nell’esatto contrario: nella sostanza ha messo in chiaro i fatti, ha fatto pulizia, ha risolto questo inghippo che era tutto sul quarto d’ora di celebrità del povero Conte. Conte non regge, fa pure tenerezza: gli è scappato il termine “autocrazia” anziché “autarchia”».



Pietrangelo Buttafuoco ha poi aggiunto: «Pensate la fatica di infilarsi in un pantano di linguaggi, di pochette, di messe in scena. Il meccanismo di Grillo è stato dire “vai avanti tu che a me viene da ridere”. La vicenda di Grillo è geniale: ha dato voce alla sterminata massa di persone che non andava a votare, ha portato un risultato inaudito alle elezioni, ha individuato un malessere degli italiani che si sono affidati ai cosiddetti scappati di casa. Ora siamo al momento in cui tutto si disvela, Grillo con i suoi fedelissimi dovrà per forza sostenere Draghi, mentre la pantomima andrà a finire».



PIETRANGELO BUTTAFUOCO STRONCA GIUSEPPE CONTE

Lo scrittore si è scagliato contro chi ha definito Conte “uomo delle istituzioni”, sottolineando i cambi di casacca e i tentativi di restare incollato alla poltrona. Pietrangelo Buttafuoco ha argomentato: «Conte, più che uomo delle istituzioni, è più l’uomo della pesca delle occasioni: la sua apparizione nella scena politica non potrà che essere raccontata come un inaudito. E’ l’uomo che ha accettato questo e quello, è stato battezzato da Trump, si è intestato anche la nascita del governo Draghi mentre cercava i responsabilità: è una personalità veramente particolare e strana». Pietrangelo Buttafuoco ha successivamente rincarato la dose: «E’ stato scelto come comparsa, come vice dei suoi vice, per poi essere utilizzato in un meccanismo di potere. Ce lo ricordiamo come veniva raccontato quando era nel governo gialloverde? Come un pupazzo preso per le ascelle da Casalino ai summit internazionale, tutti provavano raccapriccio di fronte alla scena di un personaggio il cui curriculum è sconfinato in questo scivolare nelle parole per cui scambia autocrazia con autarchia. E’ un personaggio che racconta l’inaudito in Italia: come abbiamo fatto a dare credibilità a una persona che rappresenta l’opportunismo e il trasformismo».

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