L’ALLARME DI ROCCO BUTTIGLIONE SUI CATTOLICI: “SI STANNO DISGREGANDO”

Da filosofo a professore fino a politico di professione e ritorno: la vita di Rocco Buttiglione, attuale docente di filosofia presso la Pontificia Università Lateranense di Roma, è legata a doppio filo all’esperienza con al Partito Popolare Italiano e prima con Democrazia Cristiana, in generale con la rappresentanza cattolica in politica. Dopo 24 anni consecutivi dentro le istituzioni, dal 2018 l’ex Ministro è tornato a fare il mestiere che non ha mai abbandonato, quello di professore e pensatore.



Intervistato da “La Verità”, prima di concentrarsi del rapporto odierno dei cattolici in politica, Buttiglione traccia un monito, un allarme sincero per la situazione (dal suo punto di osservazione) della Chiesa nella modernità: «Il pontificato di papa Francesco è intensamente politico. Egli però non pensa che la Chiesa debba appoggiare un partito cattolico. Pensa piuttosto che un popolo si sta disgregando e che bisogna lavorare per ricostruire un popolo». Non avendo più veri spazi di potere da “difendere”, secondo l’ex senatore Udc la Chiesa oggi punta tutto sull’incontro un avvenimento di vita che “mette in movimento”, «crea una nuova comunità e dà senso alla vita». Un ritorno alle origini positivo dunque per Buttiglione: ma il rischio è proprio quella disgregazione di cui sopra, «La società di oggi produce personalità narcisistiche, isolate, fragili, che vivono solo per sé stesse e finiscono nella alienazione e nella depressione». L’annuncio cristiano invece, riflette Buttiglione, chiama ad essere popolo, «a riconoscersi parte gli uni degli altri, a pensare il proprio bene come inclusivo di quello di altri (famiglia, amici, città, nazione, Europa). Se si perde l’idea di bene comune la lotta politica diventa una lotta a morte per l’affermazione di sé e la distruzione dell’avversario. Allora la politica muore».



“LA CHIESA SALVI IL MONDO NON AFFOGHI IN ESSO”: COSA HA DETTO BUTTIGLIONE

Non è passata inosservata nel mondo cattolico la recente nomina di Papa Francesco per il nuovo prefetto per la Dottrina della Fede, con mons. Victor Manuel Fernandez che prende il posto che fu di Joseph Ratzinger, Gerhard Mueller e Luis Francisco Ladaria Ferrer: alla critica sul fatto che con il nuovo corso all’ex Sant’Uffizio il rischio è quello di non correggere più l’errore nella fede e nella dottrina, Buttiglione replica che serve correggere l’errore «approfondendo la verità». Come diceva Chesterton, «l’errore è una verità fuori proporzione o fuori posto»: per questo, rileva l’ex senatore, «Per superare efficacemente l’errore non basta condannarlo. Bisogna formulare la verità in un modo più compiuto, che metta ogni cosa nel suo posto proprio. Il contrario di un errore non è la verità, ma l’errore di segno opposto. La verità cammina sempre su uno stretto sentiero fra due errori».



Davanti alle varie discussioni interne (e non solo) alla Chiesa sulle aperture alla modernità – dai preti sposati alla comunione ai divorziati fino alle benedizioni delle coppie gay, Buttiglione si fa ancora più netto: «Non si può. Il matrimonio è fra un uomo e una donna ed è ordinato alla generazione di figli. Ciascuno è chiamato ad interiorizzare il suo sesso biologico nella sua personalità matura in modo da diventare capace di essere padre o essere madre. Questo è ciò che ci chiede l’ordine della natura». Interessante il passaggio dove, sempre a “La Verità”, Buttiglione prova a spiegare da dove nasca il dialogo e il giudizio della Chiesa sul mondo LGBTQ: «Chi nasce dentro una cultura omosessuale non può essere reso responsabile (o non può essere reso interamente responsabile) per avere accettato l’omosessualità come una norma. Da qui nasce il problema, per la Chiesa, del dialogo con gli omosessuali e dello sforzo per capire la loro situazione». Se però fino a pochi anni fa la comunità arcobaleno rifiutava l’essenza stessa del matrimonio e anzi ne condannava l’istituto “borghese”, oggi non è più così e sono gli stessi omosessuali a rivalutare il significato delle relazioni stabili, «in cui il sesso è inquadrato in un rapporto fra due persone ed i valori sessuali sono subordinati ai valori personalistici». La Chiesa deve continuare a non farsi “dettare l’agenda” sui temi moderni, ma allo stesso tempo per Rocco Buttiglione deve anche riconoscere i “giusti passi” verso una direzione di unità, come ad esempio il passare da una condizione di promiscuità ad una convivenza fondata sull’amore reciproco. Davanti alle grandi sfide della Chiesa, occorre non tirarsi indietro e soprattutto non farsi “superare” dalla modernità stessa: come chiarisce il professore e filosofo, «Bisogna affrontare con serenità e senza paura la sfida del cambiamento, ricordando però che il vero cambiamento è un ritorno più profondo all’origine». Per Buttiglione occorre ritrovare il senso della Tradizione della Chiesa, contro un progressismo moderno che «dissolve la Tradizione in una superficiale accettazione della postmodernità e contro un tradizionalismo che riduce la tradizione alla misura di quello che si faceva quando eravamo bambini. La Chiesa deve abbracciare la modernità, ma per salvarla e non per andare a fondo con essa».