INTER BENITEZ MORATTI – Statisticamente in casa prima o poi dovevamo perdere. Domenica sera era la partita da non consegnare alla statistica ed invece l’Inter del triplete lascia il campo acciaccata, come gli capita spesso quest’anno, e perdente, come non gli capitava da alcuni anni in casa. E quel che è peggio è che ad orchestrare il tutto è stato l’ex giocatore con i mal di pancia: Ibrahimovic. Nel calderone di questa sconfitta ci si sta mettendo un po’ di tutto: molti sono contro il nuovo allenatore, altri contro la sfortuna e la serie di infortuni che hanno decimato la corazzata Inter. Qualcuno non si spiega come mai la dirigenza non abbia pensato a qualche rinforzo in estate.
Ovviamente, come spesso accade, i risultati scadenti delle ultime partite sono riconducibili ad ognuno di questi fattori, ma la domanda che si pone ogni interista oggi è: come ne usciamo? Abituati a due allenatori focosi come Mancini prima e Mourinho poi, l’interista fa fatica a digerire una squadra senza carattere e priva di voglia di combattere fino al 90esimo. La riprova di questo l’abbiamo avuta domenica quando, nei minuti finale di pseudo assalto alla porta rossonera, un pallone uscito dalle parti di Benitez è stato fatto rimbalzare più volte prima di essere consegnato dallo spagnolo a Chivu. Tutti allo stadio hanno pensato quale flemma potesse animare i giocatori dell’Inter se il proprio allenatore non riesce a fermare la palla immediatamente. Inevitabilmente tutti hanno pensato a Mou, che avrebbe preso quel pallone al volo non appena varcata la linea bianca e l’avrebbe riconsegnata con gli occhi infiammati al rumeno passando la propria carica a tutta la squadra.
Certo la pacatezza di Benitez piace a tutti quelli che ora sono sicuri di non sentirsi dire quelle verità sulla “prostituzione intellettuale” che tanto li faceva infuriare ai tempi del portoghese. Di certo non è Benitez l’unico responsabile, anche se ci mette molto di suo nel non far sentire fiducia ai propri giocatori continuando a chiedere rinforzi dalla prima giornata di campionato. Stiamo pagando una stagione di grandi trionfi che non ci rende sazi pur avendo la pancia piena. Quella contro il Milan è stata una partita noiosa, senza tiri in porta e con poche emozioni. E’ stato bello che nessun interista si sia lamentato troppo dei cartellini gialli non dati.
Così anche questo derby perso ha un sapore diverso rispetto a quelli che perdevamo molti anni fa. C’è quasi un sorriso a pensare che i cugini rossoneri hanno conquistato la prima vittoria importante dell’era digitale, visto che era dai tempi del “tubo catodico” che non vincevano qualcosa. Dunque facciamo lavorare il tecnico. L’importante è che non continui a pensare a gennaio, ma si concentri sul presente, dando fiducia a chi c’è adesso. I giocatori ci sono e altri arriveranno. Ciò che il tifoso interista vuole vedere in campo, è il carattere che ci contraddistingue da sempre. La testa bassa e il cuore neroazzurro in mano.