Comincia male la squadra di Gasperini, che al Barbara non vince e non convince. I neroazzurri riescono a segnare tre gol – segno di un buon potenziale d’attacco – ma subiscono 4 reti dai padroni di casa nel secondo tempo e si sgretolano in difesa senza mai riuscire a mettere ordine. I molti segnali d’allarme che questa estate avevano accompagnato le apparizioni deludenti della squadra campione del mondo sono ora, dopo i primi tre punti persi, un vero e proprio problema da risolvere. Gasperini nelle scorse settimane ha più volte ripetuto che lui “va avanti con le sue idee” e che saranno i risultati a parlare. Steccare la prima partita rende tutto più difficile, soprattutto se la dirigenza non ha mai dimostrato di credere al cento per cento nel tecnico ex Genoa. Probabilmente questo è il principale motivo di disequilibrio della squadra. Moratti ha scelto Gasperini dopo aver ricevuto numerosi no da altri tecnici e su di lui non è stato costruito nessun progetto a lunga scadenza. La dirigenza di corso Vittorio Emanuele sembra replicare l’operazione fallimentare di un anno fa, quando scelse Rafael Benitez senza mai appoggiare l’idea di gioco dello spagnolo. La rosa dei campioni del mondo, nonostante la dolorosa cessione di Eto’o, è stata rinforzata e per il mediocre campionato italiano è assolutamente competitiva; tuttavia il mercato interista non ha minimamente valutato quali giocatori fossero più idonei per il gioco del proprio tecnico. Sono stati acquistati buoni giocatori per quanto concerne caratteristiche assolute, ma nessun calciatore che potesse aiutare Gasperini a costruire l’identità della sua Inter. Dall’altra parte il tecnico piemontese non vuole cedere di un centimetro per quanto concerne le sue teorie calcistiche, nonostante siano limitate dalla rosa a disposizione. Più volte si è ricordato che servivano centrocampisti di qualità a questa squadra, ma gli sforzi del mercato si sono concentrati maggiormente sul reparto avanzato e ieri se ne è vista la conseguenza. Inoltre non sono state prese ali utili ai movimenti ed agli schemi di una formazione schierata con la difesa a tre.

La società sicuramente ha le sue colpe, non tanto per il mercato in se, ma per non aver avuto la capacità e le competenze di ideare un progetto forte utile a costruire nuovi successi. Tuttavia la palla ora è tutta tra i piedi dell’allenatore, è lui che dovrà avere l’intelligenza tattica e dinamica per tirare fuori il meglio dai campioni neroazzurri.