L’Inter si fa strapazzare anche dal Napoli. Ancora una sconfitta per i neroazzurri che al San Paolo giocano probabilmente la partita più provinciale nella gloriosa storia di questa squadra. Ranieri non vuole perdere un’altra volta e chiude la squadra dietro la linea del pallone. Tuttavia, come ci ha abituato ormai da molte partite, a fine primo tempo decide di chiudersi ulteriormente rinunciando a Snejider e Forlan e inserisce una difesa a tre (che in realtà è a cinque) di “gasperiniana” memoria; e come ci ha abituato da ormai diverse giornate, perde la partita. Sicuramente il Napoli vola sulle ali dell’entusiasmo della vittoria in Champions League contro il Chelsea (cosa che non si può certo dire per l’Inter), ma la differenza abissale di tenuta atletica tra le due compagini è impressionante. Tra le due squadre chi aveva speso di più in settimana era sicuramente il Napoli, tuttavia i partenopei surclassano in corsa e quantità i neroazzurri.

Il triste copione dei match di Febbraio – mese che è finalmente finito per i cuori neroazzurri – si ripete per i tifosi della Beneamata, che dopo aver visto perdere la propria squadra senza praticamente tirare in porta, si devono anche vedere il loro allenatore che scherza e che ride – beato lui! – ai microfoni dei giornalisti e che ostenta una sicurezza che, invece di tranquillizzare l’ambiente, rende ormai ridicolo l’allenatore testaccino. Dopo un grande inizio di gestione, qualcosa si è rotto e non si è più aggiustato. Cosa accada all’interno della società e dello spogliatoio non si sa, ma sicuramente ci sono grossi problemi, tanta sfiducia e persino paura. Ci si chiede chi possa dare la scossa e l’unico motivo che tiene ancora in panchina Ranieri è che non si ha a disposizione un’alternativa che non sia un azzardo. Le colpe non sono solo dell’ex allenatore della Roma, ma evidentemente sarà lui a pagare il dazio più alto. Moratti ha cambiato la bellezza di quattro allenatori in due anni (scarsi) ed ha il terrore di tornare ad essere il presidente di tanti anni fa, quando cambiava più allenatori che cravatte. Il problema vero non è sostituire l’allenatore, il punto focale della dirigenza dev’essere la scelta di un tecnico in cui tutta la società creda e per il quale ogni livello dell’azienda Inter si spenda e lavori con passione.

Tanto per intenderci, uno come Mourinho…