La partita dell’Inter contro il Cagliari è lo specchio dei neroazzurri di oggi. L’arrivo di Andrea Stramaccioni in luogo di Ranieri ha riportato entusiasmo e voglia di vincere, caratteristiche cha da troppo tempo erano sopite nel gruppo, ma ancora l’ex tecnico della Primavera non ha potuto fare nessun cambiamento a livello di gioco e di identità. La squadra che ha vinto tutto due anni fa cerca di ricordare e di immedesimarsi nell’identità che ha avuto in quel periodo, come se fosse a caccia di un passato che però ovviamente non può tornare; è quindi ora di costruirne una nuova, di identità. Il nuovo allenatore, seppur giovane, deve lavorare per plasmare una nuova squadra integrando i veterani con i volti nuovi. È un lavoro lungo e difficile che Stramaccioni sta cercando di fare e che deve continuare fino alla prossima stagione, quando i tifosi si aspettano di vedere la nuova Inter. Il dna combattente, folle e imprevedibile deve restare, ma chiusa la porta del ciclo passato è ora di aprire un nuovo corso di vittorie. La società dovrà fare la sua parte investendo intelligentemente come ha fatto alcuni anni fa, senza spendere cifre folli ma di sicuro investendo su elementi che possano fare la differenza. I calciatori devono aiutare il tecnico a trovare l’equilibrio giusto per divenire una nuova corazzata. Contro i sardi la partita è stata pareggiata con la determinazione e la voglia di non perdere, un grandissimo passo avanti se analizziamo le partite degli ultimi mesi in cui la squadra di fatto crollava su se stessa alla prima difficoltà ed era incapace di rialzarsi in piedi. Ora che la fiducia è tornata, l’organico per chiudere decentemente la stagione c’è. Non si devono più vedere paura e depressione in campo, ma solo volontà di arrivare all’obiettivo, che è vincere. Il turno infrasettimanale è la possibilità di rimediare a quel pareggio triestino che per il blasone dei neroazzurri non è un buon risultato. Bisogna vincerle tutte da qui a maggio e vedere cosa accadrà sugli altri campi. Provare a raddrizzare, per quanto possibile, una stagione ormai inevitabilmente storta, è il minimo che si chiede a questa squadra. Arrivare al terzo posto diventa l’obiettivo della stagione e raggiungerlo sarebbe come vincere la Champions League;
Sarà difficilissimo, i punti di ritardo dalla Lazio sono diventati nove nel weekend, ma l’obbligo è quello di provarci. Quest’anno sabbatico serva all’Inter, dalla dirigenza al magazziniere, per trovare quella determinazione necessaria per tornare alle grandi vittorie che la maglia neroazzurra merita ed esige. Ricostruire per dimostrare a livello internazionale che i neroazzurri sono ancora vivi.