Complicarsi la vita. L’Inter ha deciso di mettersi in difficoltà fino all’ultimo. Contro una Fiorentina decimata da infortuni e squalifiche, i nero azzurri non sono mai realmente pericolosi durante tutti i novanta minuti. Serve una grande parata di Julio Cesar sul rigore causato ingenuamente dallo stesso numero 1, per non tornare a casa ancora più demoralizzati. L’effetto Stramaccioni è già finito? Guardando l’atteggiamento in campo dei giocatori nel primo tempo, è sembrato di rivedere in campo l’Inter di Ranieri. Una squadra svogliata e depressa, senza mordente e incapace di fare la partita. Nel secondo tempo i nero azzurri giocano meglio, spingono e sembrano desiderare la vittoria, ma manca la zampata vincente. Aver buttato via un tempo non è sicuramente positivo, tuttavia la piccola reazione nel secondo tempo può essere una speranza per il futuro. Di sicuro quanto visto a Firenze è troppo poco per credere di poter raggiungere il terzo posto. Le prestazioni altalenanti di quest’anno sono preoccupanti; l’instabilità dimostrata dalla squadra è sintomo e malattia di qualcosa che si è rotto tra i calciatori e che non si riesce ad aggiustare. Nonostante le squadre che lottano per l’ultimo posto in Europa facciano di tutto per aiutare i nero azzurri a crederci, è difficile pensare che le motivazioni viste in toscana possano permettere a Zanetti e compagni di centrare l’ultimo obiettivo rimasto quest’anno. Avevamo visto una reazione importante con l’arrivo del nuovo tecnico, che lasciava degli spiragli di luce per il futuro. Invece la squadra è tornata ad essere il brutto spettacolo visto durante tutta la stagione. Al tifoso interista non resta che sperare nell’impossibile e comincia a guardare sempre con più insistenza al calcio mercato, altra delusione degli ultimi anni. Ormai è chiaro che a questa Inter serva un campione. Un giocatore che sappia cambiare le sorti di una partita da un momento all’altro. Resta da capire se il presidente ha intenzione di spendere per questa squadra, non solo cercando di indovinare il giovane che diventerà campione, ma anche prendendo un campione già affermato.
Con le decine di milioni spesi, quasi a vuoto, negli ultimi due anni, la scusa del Fair Play Finanziario non regge più; la differenza la può fare l’appetibilità della squadra (serve quindi l’Europa che conta) e la capacità finanziaria e commerciale della società.