La nuova stagione è cominciata. I neroazzurri sono in preparazione atletica e la dirigenza è al lavoro per costruire la squadra del futuro. Nel frattempo ci sono stati già due addii tramite risoluzione del contratto e da settimane si parla di altri senatori sulla via della partenza. Le opinioni sulle scelte aziendali sono contrastanti. Da una parte i tifosi che non vogliono vedere andar via, rinforzando magari gli avversari, i propri eroi, dall’altra gli addetti ai lavori che applaudono le operazioni di risparmio economico messe in atto dalla società di corso vittorio Emanuele. Cambiano dunque le strategie, i giocatori ed i progetti, ma non cambiano i modi. Da sempre l’Inter di Moratti non conosce il basso profilo e tutto quello che gravità attorno alla società, soprattutto cose delicate, è sempre amplificato. Un caso di questi giorni è proprio la volontà di rescindere i contratti dei calciatori troppo costosi. A fine stagione il Milan ha dato l’addio a diversi senatori tra cui beniamini come Gattuso, Seedorf e Nesta. La società rossonera ha fatto passare il tutto come una festa di addio e nonostante molti senatori avessero l’intenzione di continuare a vestire la maglia milanista, non è scoppiato nessun caso e nessun malumore è uscito allo scoperto. Se pensiamo alle ultime settimane in casa Inter, le rescissioni contrattuali hanno avuto ben altra risonanza. Se è vero che nessuno dei giocatori neroazzuri a cui si chiede la rescissione è o era a fine contratto come è successo per i cugini, è anche vero che tutto è stato reso pubblico fin da subito. Lucio ha rescisso solo quando è stato sicuro che avrebbe giocato alla Juventus, Forlan, dopo una stagione deludente, è finito in Sudamerica dopo settimane di annunci da parte dei media, Julio Cesar da giorni si sente dire da ogni parte e senza smentite che non fa parte del progetto Stramaccioni, Pazzini dice che andrà via nonostante la pronta smentita della società; la rivoluzione Inter sarà anche cominciata, ma la società sembra non cambiare mai. Tuttavia Moratti ha deciso di pensare come azienda, al di là del romanticismo passionale che il calcio si porta dietro. Per capire quale sia stato il metro di giudizio per decidere chi fosse sacrificabile, non bisogna riferirsi solo agli ingaggi. Infatti se si guarda solo allo stipendio, bisognerebbe annunciare un’imminente rescissione anche del Principe Milito, di Sneijder, di Cambiasso, di Stankovic e di Samuel.

Appare chiaro che non si tratta solo di retribuzione. L’azienda Inter ha valutato chi fosse sostituibile e chi potesse anche portare liquidità nella cessione. Il futuro appare incerto, ma la direzione è segnata e non si può più tornare indietro. Serve il pelo sullo stomaco per salutare campioni che hanno fatto sognare milioni di tifosi ed è necessario investire intelligentemente in giocatori degni della maglia neroazzurra, che, proprio perché l’Inter è più importante di questi eroi costretti ad abbandonare la squadra, dovranno avere chiaro che non si tratta di una maglia da calcio qualunque.