Anche il Capitano si arrende a questa brutta annata. Il primo infortunio grave della carriera di Javier Zanetti è la notizia più importante del week end calcistico neroazzurro. Le immagini di Pupi dolorante sulla barella sono molti forti per tutti gli appassionati di calcio e i numerosi messaggi d’auguri da parte di tutto l’ambiente calcistico dimostrano la statura del calciatore argentino. Il tabellino della partita contro il Palermo dice anche che l’Inter ha collezionato la sconfitta numero tredici in campionato. Nel primo tempo i rosanero sembrano il Barcellona, ma per quanto ci sia il merito dei giocatori di casa, molto è demerito dei neroazzurri, che passeggiano in campo senza nessuna convinzione. Proprio la diversità di atteggiamento delle due squadre è alla base di questa ennesima sconfitta. Sannino riesce a mandare in campo una squadra determinata che gioca quasi 60 minuti ad una intensità altissima. L’Inter entra in campo senza nessun mordente e con un ritmo da casa di riposo non riesce mai ad impensierire la difesa avversaria. Qualche pericolo per i padroni di casa arriva nel secondo tempo, ma l’attacco neroazzurro è poco incisivo ed alla fine arriva un’altra sconfitta meritata. Ogni partita persa può servire per crescere, ma deve essere analizzata onestamente. Se è vero che la stagione è stata martoriata da infortuni, è anche vero che sono state troppe le partite giocate con la mentalità sbagliata. I problemi di mercato e quelli medici devono essere analizzati a livello societario, anche perché si ha l’impressione che continuare a parlare di infortuni per giustificare le sconfitte abbia fatto entrare la squadra di Stramaccioni in un vortice negativo che potrebbe aver acuito il problema psicologicamente. Il giovane tecnico romano deve assolutamente imparare dalle partite fallite, poiché spesso l’attitudine e la concentrazione dei suoi ragazzi sono state sbagliate e deleterie.

Solo il lavoro concertato di tutti i livelli della società può raddrizzare il percorso dell’Inter, che in questo momento sembra correre su binari morti.