Sconfitta meritata per i neroazzurri che contro la Lazio si dimenticano di scendere in campo. La squadra di Walter Mazzarri gioca un primo tempo impalpabile, ricco di errori individuali ed incapace di costruire azioni offensive. Nel secondo tempo si sbilancia in avanti trovando un unico tiro nello specchio della porta. Nei novanti minuti emergono, oltre alle solite difficoltà tecniche, anche l’atteggiamento debole e la totale assenza di intelligenza calcistica. I ritmi bassi sono stati nelle ultime settimane il problema principale. La poca cattiveria agonistica e l’assenza di determinazione sono una costante delle ultime partite, ad eccezione degli ultimi venti minuti del derby. Contro la Lazio si è vista anche la mancanza di intelligenza calcistica. Le scelte dei calciatori in campo sono spesso controproducenti, le giocate difficili sono preferite a quelle semplici ed i passaggi sono sempre rivolti verso la retroguardia. Chi è in grado di saltare l’uomo si nasconde e la mancanza di un gioco chiaro porta a perdere sempre il possesso della palla. Si era partiti troppo bene ad inizio stagione, per assistere ad una involuzione del genere. Lo spettro di un’altra annata come quella scorsa incombe, ma senza l’alibi infortuni diventa complesso giustificare i recenti passi indietro. Mazzarri si lamenta dell’arbitro ed analizza la partita parlando di equilibrio ed episodi. In parte è vero, ma nella “sagra degli errori”, come il telecronista Sky ha definito i 90 minuti di gioco, l’equilibrio è purtroppo verso la bassa qualità. Se l’unica palla gol si riduce ad un colpo di testa di Yuto Nagatomo, il tecnico toscano dovrebbe commentare la palese difficoltà della sua squadra nel giocare in maniera intelligente ed efficace. L’Inter è una grande squadra, lo è nel DNA. Vedere quindi i calciatori che indossano la maglia neroazzurra, approcciare il campo con poca determinazione è snervante. Serve una grande risposta. Giovedì in Coppa Italia e poi in campionato, i neroazzurri devono ricominciare a crescere e fare risultato. Il mercato di gennaio, darà anche qualche risposta sul nuovo proprietario della società. Al di là delle disponibilità reali o presunte, è importante dare qualità a questa rosa. Un altro anno senza coppe, vorrebbe dire un altro fallimento societario. Non si può ricostruire una grande squadra, senza grandi giocatori. Il compito della nuova proprietà è dimostrare che la fiducia data da Massimo Moratti a chi ha venduto, sia posta nelle persone giuste. Non si chiede di spendere tanto, ma di spendere bene. Comunque vada, il campo è l’unico giudice e nessuno può sottrarsi al suo giudizio.