Mancio comincia con un pareggio nel derby la sua avventura sulla panchina neroazzurra. Il nuovo tecnico scelto da Thohir schiera la difesa 4 e due ali inedite, Kovacic a sinistra e Palacio a destra. L’Inter comincia molto bene la stracittadina, pressando e tenendo il pallino del gioco. Tuttavia è il Milan a passare in vantaggio, sfruttando l’ennesimo pasticcio della difesa neroazzurra e spegnendo l’entusiasmo dei cugini. Nel secondo tempo i rossoneri cercano di rallentare il gioco e di perdere quanto più tempo possibile. I ragazzi di Mancini provano a costruire gioco con molta fatica e finalmente dopo una palla gol clamorosa non sfruttata da 4 giocatori neroazzurri, è Obi a trovare il diagonale preciso, portando il risultato in parità. Ovviamente è ancora presto per capire quanto ci sia di Mancini e quanto di Mazzarri nel Derby della madonnina. Di sicuro il tecnico ex City ha stravolto completamente gli schemi ed il modulo di gioco del suo predecessore. Oltre alla difesa a 4, la mediana è stata infarcita di giocatori con il compito di far girare la palla. Kovacic fuori ruolo ha fatto fatica ed anche Palacio si è visto poco, relegato nelle retrovie a contrastare la coppia De Sciglio-El Shaarawy. La coppia Obi-Kuzmanovic ha cercato di creare gioco e di arginare eventuali ripartenze, mentre Guarin provava le sortite offensive. I giocatori della beneamata hanno retto bene ai cambiamenti, ma il lavoro da fare è ancora tanto. Troppe palle perse, cross dalla trequarti che diventano di facile lettura per il portiere, sbavature difensive da film horror e lanci lunghi dalle retrovie da dimenticare. Il lavoro di Roberto Mancini si è potuto vedere a livello mentale, nella voglia, nella cattiveria agonistica e con l’idea embrionale di non darsi mai per vinti, che il tecnico aveva già mostrato nella sua prima esperienza sulla panchina neroazzurra. Il tasso tecnico a disposizione dell’ex Galatasaray non è eccezionale, ma l’atteggiamento vincente che ha già dimostrato nelle prime dichiarazioni, fa ben sperare per il futuro. Questa volta non ci sono pioggia, arbitro, campo difficile o altri alibi di mazzariana memoria, ma solo una disamina onesta di quello che ha funzionato e non ha funzionato in campo, unico giudice per le squadre di calcio. Giovedì l’Europa League e domenica sera la Roma, un inizio in salita che è sembrato entusiasmare il neo allenatore dell’Inter. Come sempre sarà il terreno di gioco a dare responsi e indicazioni senza alibi e senza scuse.



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