Sconfitta schiacciante e meritata, quella subita dall’Inter contro la Roma. I neroazzurri riescono a rimontare due volte i giallorossi, ma la qualità tecnica e fisica dei padroni di casa è troppo superiore al momento. Durante i novanta minuti il centrocampo del mister Garcia sovrasta quello schierato in campo da Roberto Mancini. L’Inter si presenta con due punte ed un centrocampo fisico. In difesa si rivede Campagnaro, schierato come terzino destro. Il  reparto difensivo non riesce ad arginare gli attacchi giallorossi e soprattutto a sinistra, Dodò è facile preda del duo MaiconGervinho. Di positivo per i neroazzurri ci sono i due gol segnati alla seconda miglior difesa del campionato e l’atteggiamento aggressivo e propositivo da grande squadra. Ora Mancini deve lavorare sul gioco e la disposizione tattica. Appare chiaro che l’organico a disposizione del Mister non è adatto alle idee calcistiche dell’ex Galatasaray; tuttavia nel calcio moderno e nella mediocrità del campionato italiano, risulta molto importante, e spesso determinante, l’aspetto mentale. Walter Mazzarri è stato stato bravissimo a creare una squadra ordinata ed equilibrata a livello tattico, ma sul piano caratteriale e mentale ha trasmesso ansia e paura che non ha portato buoni risultati. Le prime tre partite di Mancini hanno mostrato sicuramente una mentalità differente, ma ora servono i risultati. La rabbia di M’Vila e di altri giocatori può essere considerato l’aspetto positivo di una squadra che non ci sta a perdere contro la seconda in classifica. È importante che il Mancio faccia capire ai suoi giocatori che l’Inter non deve mai perdere. Bisogna incanalare questa rabbia in energia e fame. Contro i giallorossi la differenza di aggressività sul piano fisico ha fatto la differenza a favore dei padroni di casa. I contrasti a centrocampo erano tutti di Totti e compagni. Mancini non cerca scuse e parla di lavoro e mentalità. Prima si parlava di quarto posto come obiettivo, ora di terzo posto o vittoria dell’Europa League. È chiaro che i conti si fanno a fine stagione, ma il cambio di mentalità è chiaro. Ora con un allenatore vincente, anche le dichiarazioni sono quelle di chi non cerca scuse e non punta in basso per poter dire di avercela fatta con un risultato mediocre. Mancini punta molto in alto e vuole arrivarci. Ora tocca alla squadra ed alla società provare che si vuole tornare grandi.