Un punto che difficilmente può rientrare tra le statistiche dei risultati utili dei neroazzurri, quello conquistato in casa contro l’Udinese nel posticipo di giovedì sera. L’Inter gioca un primo tempo completamente impalpabile, con ritmi bassi, tendenti al rallenty e nessuna grinta. Il giro palla lento della squadra di Walter Mazzarri non produce nessun tiro verso la porta avversaria, il gioco si sviluppa orizzontalmente e la difesa friulana, chiusa, non viene minimamente impensierita. L’Udinese riesce ad essere pericolosa nel contropiede, ma la difesa dei padroni di casa tiene bene. Nel secondo tempo cambia poco e solo verso la fine della partita, l’Inter da l’impressione di voler costruire qualcosa di concreto. Troppo tardi comunque. Giocare quindici minuti su novanta non è davvero sufficiente in serie A. Gli arrembaggi, chiamati così solo per incoraggiamento, dei neroazzurri sono accompagnati da fischi ed incitamento di uno stadio sempre più spaccato. Da una parte contestatori che mugugnano ad ogni pallone buttato via, dall’altra tifosi che incitano nella speranza che gli undici in campo giochino a calcio. La situazione dell’Inter, in questa altalena di belle partite e match orrendi, non è delle migliori. La squadra appare immatura ed incapace di dare continuità. È chiaro che non è questione di qualità, ma di idee. Contro avversarie che hanno provato a giocarsi la partita i neroazzurri hanno sempre fatto delle belle partite e spesso hanno anche portato a casa punti importanti. Le difficoltà ci sono quando l’Inter incontra squadre chiuse. Non è un caso che i neroazzurri abbiano perso molti punti a San Siro. Per scardinare le difese servono idee, ma soprattutto bisogna essere in grado di cambiare passo. Alzare i ritmi improvvisamente è l’arma più efficace contro squadre chiuse. Inutile invocare a marzo giocatori che al momento non ci sono, bisogna lavorare su quello che si ha. Al contrario di quanto continua a dichiarare Walter Mazzarri, l’Inter ha nel suo organico giocatori di qualità. Di certo continuare ad auto elogiarsi dicendo che quest’anno si sta facendo il massimo con la rosa a disposizione, in un anno non particolarmente brillante, non aiuta l’autostima della squadra, ma solo quella dell’allenatore. Walter Mazzarri è un buon allenatore, ma se vuole che anche gli altri, oltre a se stesso, lo considerino un ottimo tecnico, deve cominciare a credere nella squadra che ha e, soprattutto, a prendersi le responsabilità del gioco della propria squadra.
Non può essere colpa della sfortuna o dell’arbitro, se la tua squadra gioca quindici minuti su novanta disponibili. Lo scorso anno un giovane Stramaccioni commise l’errore di trovare giustificazioni alle proprie sconfitte, sempre fuori dal lavoro del proprio organico. Un allenatore veterano non può commettere gli stessi errori di un giovane seppur bravo tecnico. Erick Thohir è stato chiaro, chi vuole restare all’Inter dimostri di esserne degno.