L’Inter mostra le sue due facce opposte contro il Napoli. Nel primo tempo i neroazzurri giocano 45 minuti di grande intensità e si rendono pericolosi in diverse occasioni, senza però trovare la rete. La seconda frazione di gioco mostra invece una squadra arresa, senza grinta e con ritmi molto lenti. Il Napoli meriterebbe la vittoria, ma la fortuna aiuta i ragazzi di Walter Mazzarri ed il punto conquistato sembra gran cosa. In realtà l’estremo provincialismo visto in campo al Meazza è innervosente. A San Siro l’Inter deve pensare e voler vincere sempre. Inoltre se i primi 45 minuti sono di grande calcio, ci si aspetta, usciti dallo spogliatoio, il coraggio e la mentalità per cercare di portare a casa i tre punti. Invece l’atteggiamento di Zanetti e compagni è stato arrendevole e ostinatamente conservativo del risultato. Solo la dea bendata ha evitato una meritata sconfitta. Nei novanta minuti contro i partenopei si è rivista la stagione dei padroni di casa; una prima parte straordinaria, in grado di stupire tutti, e una seconda parte sommessa e senza la giusta mentalità. Forse nell’Inter di Walter Mazzarri è insita la paura di diventare grande. Tuttavia per tornare in alto bisogna assumersi le responsabilità e annullare tutti gli alibi. La sostituzione di un attaccante per un mediano, in casa davanti al proprio pubblico, denuncia la mancanza di fiducia nei propri mezzi, che da diversi mesi, non appena le cose hanno cominciato a girare meno bene, Walter Mazzarri ha manifestato. Per essere un grande allenatore bisogna rischiare ed avere una mentalità vincente. Purtroppo la cultura del lavoro è solo una parte del profilo del vincente, altrimenti con il tecnico toscano l’Inter avrebbe lottato per lo scudetto. La leadership richiede fiducia totale nei propri collaboratori, da cui estrarre il massimo delle loro capacità. Serve umiltà ed intelligenza nel riconoscere gli inevitabili inciampi nel percorso, che se gestiti bene possono essere una risorsa, altrimenti possono far soccombere. Il calcio è mondo volubile, l’alchimia e gli equilibri che si trovano in una stagione possono portare alcune compagini a campionati incredibili. Ogni anno alcune squadre, a livello nazionale o internazionale, stupiscono il mondo del pallone per imprese eccezionali, dimostrando che non di soli top player vive il calcio. Quattro anni fa l’Inter cominciava le ultime tappe per salire sul tetto del mondo, dopo diverse stagioni ci si racconta ancora che si sta costruendo un nuovo ciclo. Roma non è stata costruita in un giorno, ma con tutti i soldi spesi in questi anni, lottare per un posto nell’Europa che conta meno non è un buon risultato.