L’Inter è in crisi. Il pareggio a San Siro contro il Parma è stata l’ennesima partita deludente del campionato. Una stagione trascorsa aspettando la partita della svolta ed ora, a poche giornate dalla conclusione del torneo, cresce la consapevolezza di aver buttato via un’altra annata. Roberto Mancini aveva portato fin da subito una nuova mentalità e prestazione incoraggianti. La sua nuova avventura con i colori neroazzurri era cominciata con un pareggio nel derby e una sconfitta contro la Roma, in cui la squadra aveva dimostrato un buon carattere nel reagire ai gol giallorossi. Nelle successive partite l’Inter aveva trovato molti pareggi, qualche sconfitta e alcune vittorie. I pali, i gol subiti a tempo quasi scaduto e prestazioni incoraggianti, avevano fatto presagire una svolta imminente. Contro Napoli e Fiorentina, Ranocchia e compagni hanno giocato alla pari ed a tratti hanno anche meritato, ma entrambe le partite sono state perse. Tuttavia le ultime partite contro Sampdoria e Parma dimostrano un cambio di tendenza, una svolta in negativo. È sparito il gioco, il carattere e la capacità di reazione, già scadente, è divenuta apatia calcistica. Forse non si può parlare di vera e propria crisi nel significato comune di cambiamento traumatico o stressante; infatti la situazione negativa dell’Inter è continua da diverse stagioni. Cambiano alcuni attori, ma il risultato continua ad essere deludente. Si può forse parlare di crisi in senso etimologico. La parola deriva dal greco e significa “decisione”. La società ha fatto intendere che il punto fermo dell’Inter che verrà è Roberto Mancini. Ora la decisione più importante che verrà presa, con l’aiuto delle ultime partite di campionato, è chi sia da Inter e chi no. Dal punto di vista qualitativo, gli undici schierati contro il Parma avrebbero dovuto vincere la partita facilmente, ma il carattere è un’altra cosa. La dirigenza dovrà capire chi ha le qualità ed il carattere per giocare con la maglia neroazzurra. Il pubblico ha fatto capire che non accetta più di vedere undici giocatori trotterellanti nel rettangolo verde. Nulla innervosisce tanto i tifosi, quanto i propri calciatori che non mettono grinta e sudore mentre giocano. Non basta dichiarare di dare tutto per la maglia o di lavorare duramente, bisogna dimostrarlo durante i novanta minuti di gioco, altrimenti sono solo parole vuote. I tifosi hanno deciso, la società ed i giocatori decidano in fretta o si facciano da parte.