Si è conclusa una pessima stagione per l’Inter ed ora lo spazio viene lasciato al calciomercato, o forse al Fanta mercato. Un’altra stagione da dimenticare, l’ennesima di transizione, di costruzione, di inizio. Comunque la si voglia chiamare, resta un’annata fallimentare. Fuori da ogni competizione internazionale e senza una base su cui sperare di costruire qualcosa di importante. Serve una nuova squadra, nonostante negli ultimi anni si siano investiti parecchi milioni. Ci si chiede quale rivoluzione possa fare una società in perdita, sotto l’occhio del Fair Play finanziario e fuori dall’Europa.
Da qualche parte bisogna partire. Il tecnico è un allenatore di livello internazionale, che conosce il calcio e conosce bene l’ambiente neroazzurro. Roberto Mancini è il perno su cui costruire le prossime stagioni. Nella prima avventura a Milano del tecnico Jesino, arrivarono, senza clamori, giocatori come Cambiasso, Maicon e Julio Cesar. Arrivarono anche molti giocatori che non lasciarono il segno, ma tra i migliori acquisti ci furono anche quelli a low budget. I grossi problemi dell’Inter durante il campionato 2014/2015 sono da ricondursi principalmente alla qualità, alla poca esperienza ed alla fragilità mentale della squadra. La fase difensiva dei neroazzurri è quasi completamente da bocciare, ed anche la fase offensiva è da rivedere. Avere il record di possesso palla della serie A e finire ottavi, dimostra come le cose non funzionino. I numerosi punti persi contro squadre palesemente inferiori per qualità, provano la mancanza di carattere mentale dei calciatori della benamata. Anche questa estate la parola d’ordine è ricostruire. Sembra ridicolo dopo averlo sentito per tre sessioni estive consecutive, dopo annate pessime. Il prossimo anno deve essere quello della rinascita. Si chiede all’Inter di tornare una grande squadra e di provare a lottare per le prime posizioni. Non si tratta di colmare gap, ma di costruire qualcosa di duraturo e forte. Partendo dalle poche certezze di questa squadra, l’esperienza di Palacio e la qualità di Icardi, e provando a recuperare i pochi giocatori che possono essere una risorsa per la maglia neroazzurra. In questo senso non si può aspettare all’infinito che Kovacic e Juan Jesus facciano finalmente il salto di qualità; o che Guarin e Hernanes trovino continuità di rendimento. La società scelga su chi puntare e non faccia errori nel vendere chi ha i numeri importanti. Nel reparto difensivo regna una mediocrità che non si vedeva dagli anni novanta post scudetto. Inutile nascondersi dietro un dito, Ranocchia è un discreto giocatore, che può giocarsi la titolarità all’Inter con altri buoni difensori durante una stagione, ma non può essere né capitano né titolare inamovibile. È necessaria una pulizia nella rosa, rafforzando l’undici titolare nelle diverse caselle dove la squadra fatica. Da ultimo è importante che Roberto Mancini lavori sulla testa dei suoi giocatori, per evitare quei black out continui che abbiamo sopportato durante l’ultimo campionato. La pazienza è finita, i tifosi a San Siro sono diminuiti e la blasonata Inter è ormai poco più che una provinciale; bisogna che le cose cambino da subito e che il neroazzurro torni a brillare in Italia, in Europa e nel Mondo.