L’Inter perde il derby d’Italia e si ritrova sempre più lontana dalla zona Champions League. Contro la Juventus i neroazzurri giocano un buon primo tempo, ma crollano nei secondi 45 minuti. Nella prima frazione di gioco, Icardi e compagni appaiono compatti e cercano di creare pericoli tenendo il possesso palla. In realtà sono i bianconeri ad essere efficaci ed ogni azione dei padroni di casa risulta pericolosa, tuttavia la retroguardia interista sembra resistere. Dopo l’intervallo gli uomini di Mancini regalano subito un gol agli avversari, il dio del calcio si diverte e a segnare è Leonardo Bonucci, l’uomo che non doveva giocare la partita se fosse stato giustamente ammonito contro il Bologna. I neroazzurri hanno poco da recriminare perché dopo essere passati in svantaggio, non hanno nessuna reazione e subiscono il secondo gol su rigore dubbio. L’Inter attua un possesso palla sterile ed orizzontale, i bianconeri si difendono compatti e ripartono in contropiede, risultando più pericolosi degli avversari. Come sempre a leggere le statistiche sembrerebbe che l’Inter dovesse meritare di più, ma, come sempre, alla voce tiri si comprende che il possesso palla ed i passaggi corretti, non sono serviti per costruire gioco offensivo ed efficace. Gli uomini allenati da Allegri sono una squadra, con un’identità precisa e l’obiettivo comune, da raggiungere con la giusta cattiveria. La squadra allenata da Roberto Mancini è spaesata, senza carattere e grinta. A centrocampo non ci sono idee e ne risentono anche gli altri reparti. Il tecnico di Jesi sta continuando sulla sua strada, con l’idea di poter costruire qualcosa di duraturo. L’esperienza ed il curriculum sono dalla sua parte, ma forse converrebbe trovare nuove soluzioni. Mettersi a specchio degli avversari non funziona più, cambiare gli interpreti non sta dando i frutti di inizio stagione e la sfiducia dei giocatori è allarmante. Possibile che sia svanita la fame intravista nei primi mesi di campionato? Dove è finita la squadra cinica ammirata da settembre a dicembre? La fortuna, intesa come fato, non può rispondere a queste e ad altre domande; non può essere la giustificazione di tante mancanze e dei punti persi per strada. Si può perdere in tanti modi una partita di calcio, ma la sconfitta si deve accettare a fine partita, non dopo il primo gol subito. Rassegnarsi alla prima difficoltà, significa non essere degli atleti degni di indossare la maglia neroazzurra. Serve un gran lavoro da parte di tutti: società, allenatore e calciatori. Tutti devono remare nell’unica direzione accettabile: la vittoria. La Coppa Italia deve essere l’occasione per dimostrare di meritare la maglia dell’Inter. Bisogna credere di poter arrivare in finale, altrimenti meglio non giocare nemmeno.