Il campionato volge al termine ed inevitabilmente è tempo di bilanci reali. I neroazzurri si sono ritagliati il loro posto, il quarto. La terza posizione è molto lontana, a dieci punti, e dietro la Fiorentina ha cambiato passo da molto ed ha smesso di impensierire. Sicuramente i primi mesi che hanno visto i neroazzurri primi in classifica avevano illuso i tifosi, e forse anche i calciatori. Tuttavia arrivare quarti non è un buon risultato. La strategia di comunicazione della società neroazzurra pare essere quella dell’ottimismo, ma è difficile crederle. L’Inter aveva come obiettivo minimo il terzo posto, fondamentale per prestigio, per questioni economiche, per essere credibili in ambito internazionale. La stagione che sta volgendo al termine è da considerarsi deludente. Non disastrosa, ma insufficiente. Per il posizionamento principalmente, ma non solo. L’andamento altalenante mostrato sin dall’inizio e nascosto fino a dicembre, si è protratto fino a maggio. Icardi e compagni non hanno trovato un equilibrio. L’ossatura di cui parla l’ottimista Roberto Mancini, è solamente la scelta fatta su alcuni giocatori da considerare titolari. Il fatto che ad un certo punto il tecnico di Jesi abbia interrotto il turnover forsennato, dando continuità ad alcuni giocatori, non significa aver trovato un equilibrio. Infatti i risultati sono rimasti altalenanti. Bisogna tornare sul mercato, non pesantemente, ma nemmeno di fino. Tanti i giocatori in bilico, tra contratti non chiari, prestiti e poco senso di appartenenza. Molte le zone del campo in cui serve crescere e dare continuità. La prossima stagione vedrà l’Inter impegnata anche il giovedì. Gli spostamenti, spesso lunghi, e il minor tempo per preparare le partite saranno difficoltà maggiori per il prossimo anno, a differenza della possibilità di preparare durante l’intera settimana la partita da giocare, come accaduto in questo campionato. Equilibrio e continuità divengono imperativi per la prossima stagione. Ormai non si può più parlare di momento di crisi dell’Inter, bisogna ammettere il ridimensionamento di una società blasonata e storica. La maggior parte dei tifosi chiede che si costruisca qualcosa di solido e duraturo, che possa far tornare l’entusiasmo tipico della piazza neroazzurra. Il pubblico interista anche quest’anno vince nei numeri relativi alla presenza a San Siro. Un tale attaccamento alla squadra deve essere ripagato da società e calciatori attraverso sforzi e dimostrazioni di impegno concreto.