Dopo la meritata vittoria contro la Juventus, l’Inter si ripete contro l’Empoli, giocando una partita non esaltante, ma molto concreta. L’arma in più con i bianconeri è stata sicuramente l’approccio mentale alla gara, che ha permesso corsa, pressing, sacrificio e gioco di squadra. La paura al termine della gara in San Siro, era di non essere in grado di ripetersi contro una squadra di livello inferiore, come spesso accaduto nelle stagioni precedenti. Invece contro i toscani, Icardi e compagni hanno mostrato, almeno per tutto il primo tempo, lo stesso approccio mentale che aveva permesso di battere la squadra di Allegri. Due partite non possono restituire lo stato dell’arte, tuttavia la capacità di dare seguito ad una grande prestazione costituisce una novità per le ultime stagioni interiste. Il pericolo di rilassarsi o di ricadere in vecchie cattive abitudini era molto alto. Contro i ragazzi di Martusciello, Joao Mario ha dimostrato molto del suo valore ed il capitano Mauro Icardi si è dimostrato un uomo nuovo, guidando l’attacco e partecipando moltissimo al gioco. Contro l’Empoli c’è stato un brusco calo nel secondo tempo su cui è opportuno lavorare. Troppe volte negli scorsi anni si sono buttati via punti per gol subiti negli ultimi quindici minuti di gioco. Tante le buone notizie. Sembra che esista un gioco di squadra, qualcosa che appariva come una chimera per i neroazzurri. La difesa non ha subito gol ed ha rischiato davvero poco. Il pressing voluto da De Boer sembra funzionare e permette di recuperara palla velocemente. Il pericolo ora è di passare da un estremo all’altro. Meno di dieci giorni fa sembrava che il tecnico olandese fosse destinato all’esonero ed ora se ne tessono le lodi. Bisogna attendere le prossime partite e la stagione ne fornirà tre in sette giorni. Domenica contro il Bologna è necessario dare ulteriore continuità a quanto mostrato nelle ultime due gare. Gli emiliani hanno cominciato il campionato alla grande, conquistando nove punti e fermandosi ad una distanza dai neroazzurri in classifica. Serve dimostrare al proprio pubblico di essere una squadra nuova, prima di andare a Praga e cominciare davvero l’Europa League. Due rondini non fanno primavera, ma se cominciamo a vederne qualcuna di più, è necessario credere che il sole possa cominciare ad illuminare la Milano neroazzurra.