Ennesima sconfitta di una squadra già in vacanza, immeritatamente. L’Europa League forse è un fastidio o forse Icardi e compagni non hanno orgoglio e attaccamento alla maglia. Quest’anno l’Inter ha avuto grosse difficoltà ad inizio stagione, nonostante una rosa sulla carta molto competitiva. Era colpa di De Boer, che non parlava italiano, che non conosceva la serie A. Colpa di Mancini che se n’era andato e di Thohir che voleva l’olandese. Dopo un ottimo inizio di Pioli, il nuovo tracollo. Peggiore del primo e definitivo. Un’altra, l’ennesima, stagione buttata via. Altri soldi spesi inutilmente ed un pubblico che incredibilmente, continua ad essere la tifoseria più presente negli stadi italiani. La parte migliore dell’Inter al momento sono i suoi tifosi, che nonostante tutto, continuano a riempire San Siro. Ora però servono risposte. Appare chiaro che tutte quelle date in questi anni non abbiano convinto.  Se vincere aiuta a vincere, perdere crea mentalità perdente, sfiducia e paure. Conviene creare un clima di totale sfiducia e negatività per non fare i preliminari di Europa League?

Davvero questa è la squadra che ad inizio anno doveva impensierire la Juventus? Sono cambiati allenatori e giocatori, ci sono stati tre cambi di società e sono passati da corso vittorio Emanuele molti manager diversi. Il risultato è una nuova deludente stagione. Non è certo un problema da risolvere in due giorni, ma è evidente che quanto fatto in questi anni non ha prodotto, nemmeno in minima parte, qualcosa di positivo. Il progetto, la strategia o il management deve cambiare rotta. Con molta probabilità, persino provando a tentativi o navigando a vista, si sarebbe potuto fare meglio. Servono risposte, ma ci si chiede da chi. Zanetti? Ausilio? Mr. Zhang? Non si sa e nessuno si prende la responsabilità. Oramai i tifosi sperano finisca un’altra stagione deludente ed il calcio mercato comincia ad entrare nelle loro discussioni calcistiche. Ci si chiede se fantasticare su possibili acquisti per tre mesi potrà far dimenticare anni interi di insoddisfazioni. L’impressione è che solo con grandi nomi si potrà dare speranze, ma chissà se ci sono campioni attratti da un progetto così sgangherato. Occorre lavorare sulla ricostruzione, non tanto rivoluzionando la rosa, quanto più mettendo mano alla struttura societaria.