Un pareggio forse prevedibile tra due squadre che cercavano risposte e che tornano a casa con un punto poco utile e tante domande ancora senza soluzione. Da una parte la Roma che trova il gol nell’unica occasione vera, sfruttando l’errore grossolano di Santon, dall’altra l’Inter, incapace di costruire gioco fino al calo fisico degli avversari e che riesce a raggiungere il pareggio nel confuso arrembaggio finale. La partita comincia contratta, ma da entrambe le compagini emerge la voglia di giocarsela. La Roma cerca un pressing aggressivo che risulta efficace. I nerazzurri faticano ad uscire dalla propria metà campo, ma non rischiano mai davvero. Il gol dei giallorossi arriva sul finire del primo tempo, quando un rinvio di Allison viene bucato da Santon e spiana la strada ad El Shaarawy. Il primo tempo è la faccia della crisi dell’inter. Tanti, troppi passaggi semplici sbagliati e regalati agli avversari, incapacità di costruire un gioco funzionale ai propri terminali offensivi. Nel secondo tempo le cose non cambiano molto, ma i nerazzurri ci provano con più determinazione e tra una parata miracolosa del portiere giallorosso e un palo interno, alla fine arriva il pareggio. Se la partita registra una buona tenuta atletica degli uomini di Spalletti, appare chiara una condizione mentale dei calciatori dell’inter non appropriata sia per la partita sia per la maglia indossata.
SPALLETTI: DICHIARAZIONI E SOLUZONI
Il tecnico toscano parla di poca personalità e cali di concentrazione che anche lui non comprende. Sono parole dure e molto indicative della difficoltà principale in casa Inter. Il mister ex Roma deve lavorare molto sull’apetto mentale dei suoi, ma può anche migliorare su quanto di buono è visibile in questo periodo. Come spesso accaduto nelle ultime partite, il migliore in campo appare Joao Cancelo, che cerca di creare gioco sfruttando corsa e dribbling sulla fascia destra, arrivando sul fondo per servire i compagni. Da questo punto di vista, Spalletti dovrebbe puntare maggiormente sulla sua fascia destra, sistemando errori tecnici molto banali, chiedendo maggiori sovrapposizioni e di allungare le giocate tra ala e terzino, invece di restare in troppi in un fazzoletto di terra. A sinistra manca un terzino e quindi Perisic si trova troppo spesso da solo. Santon è un destro che gioca a sinistra e questo limita le sue possibilità quando tiene palla. Non resta che capire se questo modulo con il trequartista, che sembra non esserci nella rosa neroazzurra, possa restituire i punti necessari per arrivare fra i primi 4. Il tecnico dell’Inter dice di non voler affidare il suo futuro a Rafinha, giocatore fragile fisicamente e di voler puntare sui suoi. Si possono allenare le giocate e si può imparare gli schemi, ma il carattere e la personalità sono due caratteristiche che richiedono tempo per essere allenate e di tempo non ce n’è già più.