RETROMARCIA DI C SPIRE DOPO LA CERIMONIA DI APERTURA DELLE OLIMPIADI 2024

Non si placano le polemiche attorno alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi, in particolare per la presunta parodia blasfema del Cenacolo, che in realtà, come spiegato dall’account ufficiale dei Giochi Olimpici, sarebbe l’interpretazione del dio greco Dioniso per rappresentare l’assurdità della violenza tra esseri umani. Ma l’azienda tecnologica C Spire, che ha sede nel Mississippi, ha annunciato via social di aver ritirato tutta la sua pubblicità dalle Olimpiadi.



«Siamo rimasti scioccati dalla presa in giro dell’Ultima Cena durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi. C Spire ritirerà la nostra pubblicità dalle Olimpiadi», recita la nota della società. Sulla decisione di C Spire è intervenuto anche il governatore del Mississippi, il repubblicano Tate Reeves, che su X ha scritto: «Sono orgoglioso di vedere il settore privato del Mississippi imporsi. Dio non sarà preso in giro. C Spire ha tracciato una linea appropriata e di buon senso».



“IN FRANCIA ESISTE LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE”

Lo stesso direttore artistico della cerimonia di apertura, Thomas Jolly, si è difeso spiegando che non c’erano riferimenti religiosi nella cerimonia di apertura a Parigi. «Il nostro obiettivo non era quello di essere sovversivi. Non abbiamo mai voluto essere sovversivi. Volevamo parlare di diversità. Diversità significa stare insieme. Volevamo includere tutti, in modo semplice. In Francia abbiamo la libertà di creazione, la libertà artistica. In Francia abbiamo la fortuna di vivere in un Paese libero», ha dichiarato durante un incontro con i media del Comitato Olimpico Internazionale.



Anche il presidente dei Giochi olimpici è intervenuto sulla vicenda: «Abbiamo immaginato una cerimonia per mostrare i nostri valori e i nostri principi, quindi abbiamo dato un messaggio molto impegnato. L’idea era quella di suscitare una riflessione. Volevamo un messaggio il più forte possibile. Detto questo, si tratta di una cerimonia francese per i giochi francesi, quindi ci siamo fidati del nostro direttore artistico. In Francia abbiamo la libertà di espressione e volevamo proteggerla», ha dichiarato Tony Estanguet.