La caccia alle streghe potrebbe non essere stata come l’abbiamo sempre immaginata. A rivelarlo è Marina Montesano, docente di Storia Medievale all’Università di Messina, nel suo libro dal titolo “Maleficia. Storie di streghe dall’Antichità al Rinascimento”. L’esperta, come riportato da Avvenire, evidenzia come questa macabra figura si sia evoluta nel tempo, dalla cultura classica a quella moderna.



La credenza vuole che le peggiori inquisizioni siano avvenute nel Medioevo, ma ciò non è del tutto esatto. Lo dimostra banalmente il fatto che il processo alle streghe di Salem, uno dei più terribili, sia avvenuto nel 1692, ovvero a distanza di qualche secolo dalla fine dell’epoca buia. Se è vero dunque che da un lato in quel periodo le arti magiche furono demonizzate in ambito cristiano in quanto facenti parte dei culti del passato, dall’altro ci sono innumerevoli testimonianze di quanto sia stato determinante questo fenomeno nel prima e nel dopo.



“Caccia alle streghe non avvenne nel Medioevo”. La spiegazione di Marina Montesano

Marina Montesano nel suo libro evidenzia come ad avere influito nel fenomeno della caccia alle streghe possa essere stato il Rinascimento e, in particolare, il suo accoglimento nei confronti della cultura classica. Quest’ultima, infatti, ha dato in primis vita ai “prototipi stregonici” presenti nella letteratura greca, come Circe, che trasforma i compagni di Ulisse in bestie, e Medea, assassina dei suoi stessi figli. È proprio dal mondo ellenico che arrivano le prime testimonianze di processi per crimini legati alla stregoneria. Nella letteratura latina invece si trovano la Erichto di Lucano o le Canidia e Sagana ritratte da Orazio, tutte “manipolatrici del sacro”. Inoltre, da Roma arrivano le severe Dodici tavole al Codice teodosiano, che si occupavano della magia dannosa e che condannavano con il rogo l’uso di incantesimi.



Con l’umanesimo, secondo l’esperta, le idee colte degli autori laici iniziarono ad intrecciarsi con le credenze popolari sulla magia, creando queste misteriose figure chiamate “streghe” che si profilano come le conosciamo attualmente. È così che nel periodo fra Trecento e Quattrocento, anche a causa di uno stato di ansia collettivo provocato da una pesante crisi demografica, arrivarono anche in Italia le persecuzioni antistregoniche, che facevano leva sia sulla sua conoscenza di memoria classica, sia sulla persistente memoria popolare in materia.