Il filosofo Massimo Cacciari è ormai da qualche mese uno delle figure pubbliche più critiche e polemiche sull’intera gestione dell’emergenza Covid-19 tanto dell’Italia quanto dell’Unione Europea: dal Green Pass al vaccino, le tesi dell’ex sindaco Pd di Venezia gli hanno fatto guadagnare da più parti l’appellativo di “no Vax”. Lui però non ci sta e dalle colonne de “La Verità” contrattacca annunciando la fondazione di un nuovo gruppo di “controinformazione” proprio sulle tematiche Covid.
«Oggi regna un pensiero unico, che non ammette neanche l’esercizio del dubbio. Ha dell’incredibile, me ne rendo conto, ma ormai è un atteggiamento molto diffuso, che è stato assunto dalla gran parte dei media, delle tv e dei giornali»: secondo la visione di Cacciari insomma il “consiglio” di Mario Monti di avere un’informazione «cui somministrare le notizie in maniera meno democratica» non dovrebbe essere messa in atto, visto che saremmo già a quel livello.
VACCINO “CONTRO” IL VACCINO: COSA HA DETTO
«Se continuiamo a ripetere che il vaccino è l’unico rimedio, o quello o niente, vorrà dire che continueremo a vaccinarci tutti più volte, magari ogni cinque o sei mesi. Ma questo rende permanente la condizione in cui stiamo vivendo. Se andremo avanti così – dice ancora il filosofo a “La Verità” – vivremo per tutta la vita in uno stato di eccezione, almeno finché ci sarà anche solo un ricoverato in terapia intensiva per Covid». Per questi motivi, il polemista Cacciari suggerisce la fondazione di un nuovo «gruppo di controinformazione serio»: l’idea del filosofo, che non ci sta ad essere annoverato con i “pazzoidi” più accaniti no vax”, è quella di raccogliere tutte le testimonianze critiche provenienti da ogni parte del mondo «e vedremo di tentare di aggiungere informazioni ai dati limitati che ci sono stati forniti fino ad oggi». Al momento, conclude un furente Cacciari, il popolo viene informato dalle autorità sanitarie e politiche solo con il numero dei contagiati, dei ricoverati e delle vittime: «Dati più specifici non ci sono, o sono molto difficili da reperire. Ad esempio sul numero di vaccinati ricoverati, sulle patologie pregresse delle vittime da Covid e dei poveretti che finiscono in terapia intensiva».