Massimo Cacciari, filosofo, saggista ed opinionista, ma anche ex sindaco di Venezia, nel corso di un’intervista per Repubblica ha parlato della globalizzazione e del suo profondo cambiamento. Ci tiene a sottolineare che il complicato processo economico, sociale e politico, non è propriamente fallito in senso stretto, ma “si è trasformato” profondamente, facendo un po’ tracollare quel sogno di unione e unità che portava con sé all’inizio.
Infatti, secondo Massimo Cacciari, se da un lato “le interconnessioni, dal punto di vista economico, finanziario, tecnico” nate con la globalizzazione non sono in discussione, lo stesso non vale per “l’idea che tutto ciò avrebbe portato alla creazione di un qualche governo sempre più unitario, condiviso“. Ed in questo contesto, spiega, l’Unione Europea nonostante i lunghi discorsi sul “multilateralismo e il policentrismo”, non ha mai svolto alcun ruolo attivo per raggiungerli. “Dopo il traguardo della moneta unica”, spiega Massimo Cacciari, “qualsiasi spinta in questa direzione si è arrestata. E si è abbandonata l’idea dell’unità politica, che avrebbe potuto agevolare i rapporti di mediazione tra le varie aree del mondo. Così”, conclude, “ci siamo condannati all’irrilevanza e alla subalternità“.
Massimo Cacciari: “Ora evitiamo l’asse Russia-Cina-Corea”
Insomma, il globalismo secondo Massimo Cacciari è cambiato profondamente, con l’esito che sono cambiati i rapporti tra le potenze, portando alla perdita d’importanza dell’UE. “Al momento”, spiega, “gli attori principali sono altri, la Russia, la Cina, ma anche i Paesi terzi come India o Brasile“, che hanno avuto il merito di riorganizzarsi di fronte alle enormi crisi che la geopolitica sta cercando di affrontare negli ultimi anni.
Ora come ora, sostiene ancora Massimo Cacciari, capire cosa succederà è difficile, e prima sarà certamente necessario “capire come si concluderà la guerra in Ucraina; come evolveranno le tensioni nella leadership russa; e l’esito delle elezioni USA”. Ma ciò che dovremmo tenere veramente sotto’occhio, spiega ancora, è “il conflitto, infinitamente più netto, con Pechino. È un conflitto tecnologico, culturale, ma soprattutto un conflitto geopolitico”. Il secondo obiettivo, secondo Massimo Cacciari, è poi quello di “impegnarci affinché non nasca un blocco russo-coreano-cinese: è un chiaro interesse nazionale che ciascun Paese occidentale dovrebbe perseguire”.