«Questa situazione porta al regime senza che ce ne rendiamo conto»: dopo aver sollevato un autentico polverone politico e culturale con la lettera assieme al filosofo Agamben, Massimo Cacciari “torna sul sul luogo delitto”, ovvero a parlare di Green Pass e lo fa attraverso una lunga intervista ad Alessandro Rico su “La Verità”. Sbertucciato, attaccato, deriso da scienziati e politici, l’ex sindaco di Venezia – da sinistra – è stato preso come un no vax qualsiasi, anzi come un complottista sobillatore che non capisce nulla di scienza e non avrebbe titolo per parlare. Che Cacciari non sia un tipo “tranquillo” non lo si scopre certo oggi, ma che ponga degli oggettivi spunti di riflessione di fatto “solitari” nel mare della sinistra (ma anche a destra) è fuori discussione.
«Il vaccino può diventare un simbolo politico-religioso», ribadisce Cacciari dopo la lettera sul portale del Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli e la “spiegazione” data due giorni fa a “La Stampa”: «Se viene usato con scopi discriminatori, è chiaro che per qualcuno il fatto che una persona non sia vaccinata potrà rappresentare un elemento distintivo, che assume un senso ideologico, politico e, quindi, discriminatorio. E questo, in democrazia, è pericolosissimo». Il rischio di un regime, non “voluto” e “preordinato” dall’alto, ma frutto consequenziale di decisioni e logiche a cui si assiste nei dibattiti (e poi anche nei decreti) sul Green Pass e l’obbligo vaccinale.
CACCIARI: LA STRATEGIA DEI VACCINI NON BASTA
«Sono le tattiche che hanno sempre usato gli Stati autoritari per realizzare i loro disegni», osserva ancora Cacciari nel colloquio con “La Verità”. Per il filosofo, il problema vero non è neanche il Green Pass in quanto tale, ma la logica da «emergenza permanente» a non convincere affatto: come già espresso in temi non sospetti nel pieno lockdown, quella “crisi-per-sempre” non può portare a buoni sviluppi. «Temo di essere tra i pochi che avvertono questo stato d’emergenza permanente; fintantoché le emergenze vengono affrontate inseguendole, è chiaro che non c’è capacità di prevedere, di prevenire e quindi la strategia per uscirne è sempre quanto mai incerta. Quanto potrà finire l’emergenza? Quali saranno i dati in base ai quali ci sarà permesso di vivere? Non si sa», ribadisce. Il pericolo maggiore per Cacciari è l’inconsapevolezza, fondata dalla “qualità” del ceto politico: «l’imposizione di fatto di un trattamento sanitario, a prescindere dalle condizioni del soggetto, non mi sembra proprio in linea con la Costituzione». Le estremizzazioni sono follie, come chi tra i no vax equipara il Green Pass alla segregazione degli ebrei, «è una totale idiozia», sbotta Cacciari, che però sottolinea subito dopo come anche la criminalizzazione della piazza No Pass può prendere «una deriva molto pericolosa». Essere No Pass non significa essere no vax, conclude il filosofo ex Pd, ed è anche chiaro che non siamo in un vero e proprio regime: «ma di buone intenzioni, sono lastricate le strade di tutti gli inferni». In vista dei prossimi decreti sul Green Pass che potrebbero arrivare in agosto, Cacciari lancia il monito finale: «hanno paura di un’altra ondata di Covid, non avendo altra strategia che non sia quella dei vaccini […] Ma a questo punto, il vaccino dovrebbe già dare alcuni risultati, no? Tali da permetterci di vivere con un po’ più di tranquillità, no? Con il vaccino insomma, è finita o non è finita?»