La stabilità del governo Meloni è a rischio, quindi Elly Schlein deve farsi trovare pronta: il consiglio alla segretaria del Pd arriva da Massimo Cacciari, che ha fatto un’analisi della politica italiana in un colloquio con il Corriere della Sera. Per il filosofo e saggista, che la politica l’ha conosciuta da vicino, Schlein ha il merito di essersi «salvata la pelle» alle elezioni europee, grazie alla sua abilità, perché ha compreso che «doveva cambiare il racconto del Pd».



Se fosse rimasta ancorata a quelle narrative dei suoi predecessori, non sarebbe andato oltre il 10%, invece ha portato nuovi argomenti, che in realtà non dovrebbero essere tali, comunque ha riportato nel dibattito politico i diritti civili e sociali. «Non poco, di questi tempi» per Cacciari, secondo cui ora deve fare attenzione a trattare i casi De Luca ed Emiliano, in particolare le loro ambizioni, tenendo conto che «sono loro che spostano vagoni di voti».



Per l’ex sindaco di Venezia, la Schlein è una «la naturale candidata premier del centrosinistra», in quanto nell’opposizione solo lei riesce a raccogliere più consenso. Il problema non è se la segretaria dem possa essere una presidente del Consiglio valida, pur ritenendola «migliore di tanti incapaci che girano per l’Europa fingendo di governarla», bensì è l’alleanza all’opposizione, perché gli altri leader politici devono comprendere rapidamente che c’è solo una strada da seguire, quella di unirsi. Lo sa bene Giuseppe Conte, alle prese con le difficoltà del M5s. «Appendino non è una soluzione, non scherziamo. Resterà Conte» alla guida dei pentastellati, secondo Cacciari.



IL CONSIGLIO DI CACCIARI AI PARTITI DELL’OPPOSIZIONE

Massimo Cacciari incalza l’opposizione a trovare un’intesa, che sia “campo largo” o altro poco importa, del resto non è tipo da soffermarsi sulle definizioni, quel che conta è la sostanza, cioè un programma politico serio con soluzioni ai problemi dell’Italia e una strategia per quanto riguarda la politica internazionale.

Curioso il giudizio del filosofo su Matteo Renzi, «un pazzo sublime» che gli sta comunque simpatico, ma resta il fatto che è il tipo che spreca le occasioni che gli capitano, pur riconoscendogli una grande esperienza politica. «Francamente, è di un’altra categoria». Cacciari ha evidenziato che il leader di Italia Viva ha compreso che ora deve riavvicinarsi al Pd dopo il fallimento del Terzo Polo con Carlo Calenda, su cui preferisce non esprimersi.

LA DEBOLEZZA DEL GOVERNO MELONI

In merito alla tenuta del governo Meloni, ritiene che possa cadere «entro l’anno», quindi presto si potrebbe tornare a votare, in quanto la presidente del Consiglio ora è «molto meno forte». I motivi sono diversi: dalle pressioni interne a Fratelli d’Italia alla voglia di non darla vinta a Salvini, quindi non ha avuto il coraggio per votare a favore di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue. Il problema è che ora il leader della Lega «continua ad azzannarla ogni giorno», mentre lei si è indebolita in Europa. Inoltre, si ritrova a guidare un governo «a dir poco imbarazzante» che deve affrontare diverse sfide, dalla Manovra al Pnrr.

I DELICATI RAPPORTI NEL CENTRODESTRA CON I BERLUSCONI

C’è poi il nodo legato ai rapporti con la famiglia Berlusconi, che è consapevole del potere che hanno i mercati, visto che il padre di Marina e Pier Silvio è stato fatto fuori per lo spread. «Se i mercati decidono di alzarlo, in due pomeriggi esci da Palazzo Chigi». Si spiega così l’opposizione dei Berlusconi a figure come il generale Vannacci e ai «pericolosi rigurgiti sovranisti» della premier stessa. Anzi, per Cacciari potrebbero essersi stancati di dover restare nel centrodestra, anche perché l’ambizione è di far parte di un governo forte, credibile all’estero e apprezzato dai mercati.