Fase delicata del conflitto in Medio Oriente. La tregua ottenuta dopo ore di trattative è saltata e il cessate il fuoco sembra sempre più lontano. Intervenuto sulle pagine della Stampa, Massimo Cacciari ha sottolineato che tutti dovrebbero lavorare alla convocazione di una Conferenza internazionale di pace: “Soltanto essa potrebbe produrre mutamenti immediati negli assetti delle rispettive leadership, la cui inadeguatezza è palese, e riaprire le possbilità di accordi tra Palestina e Israele, possibilità calpestate da una parte e dall’altra dopo Camp David e Oslo”. Secondo il filosofo solo una Conferenza di pace potrebbe avviare concretamente il processo verso la formazione di uno Stato palestinese. Ma questa non è l’unica prospettiva disponibile secondo Cacciari: c’è un’alternativa resa possibile da considerazioni storiche, politiche e culturali.
L’analisi di Cacciari
Secondo Cacciari, Israele potrebbe considerare la crisi dell’Autorità palestinese irrimediabile e presupporre l’assenza di alternative ad Hamas. Da qui l’ipotesi di una guerra a oltranza fino all’occupazione di Gaza. In altri termini, il disegno del Grande Israele, con la prima tappa rappresentata dalla distruzione dell’Autorità palestinese.”Realpolitik insegna che le due opposte alternative sono entrambe possibili, e entrambe possono presentare solide ragioni a loro favore. Realpolitik significa affrontare le tragedie, non nascondersele e meno ancora piangerci sopra lacrime che, nel caso dell’Occidente, sono da miserevole coccodrillo”, l’analisi dell’ex sindaco di Venezia. Cacciari ha poi posto l’accento su un altro dossier da non sottovalutare, ossia il terrorismo, prima “reazione” all’occupazione di terra. “L’occupazione di terra non assicura nulla e nessuno”, la sua analisi: “Ciò che certo assicura è la guerra permanente, con l’inevitabile ricorso ad azioni terroristiche sempre più efferate. È solo una solida rete di alleanze, che dimostri concretamente di servire gli interessi di ogni suo membro, la garanzia per Israele, la sua risorsa fondamentale. E a tutti i suoi alleati ora serve la pace fondata su un accordo durevole tra leadership responsabili – agli Stati Uniti in primis, impegnati su due fronti che li mettono faccia a faccia col Nemico di un tempo e con quello di domani”.