LA MISERICORDIA DI UNA DONNA LIBERA: IL FILOSOFO CACCIARI “LEGGE” LA MADONNA DEL PARTO DI PIERO DELLA FRANCESCA
Massimo Cacciari è noto per essere stato il sindaco di Venezia, per essere stato iscritto al Pd, per essere un filosofo e scrittore, oltre che un opinionista politico: non per essere credente e nemmeno spesso molto tenero con la Chiesa Cattolica, eppure in questo suo ultimo saggio in questi giorni nelle librerie riesce a cogliere forse il cuore più profondo della testimonianza cristiana. Nel suo “La Passione secondo Maria” Cacciari parte dalla folgorazione nel vedere la “Madonna del Parto” di Piero della Francesca (conservato nel museo di Monterchi, Arezzo) per ragionare sulla perfezione di una figura che ancora oggi rappresenta un simbolo di umanità, tenerezza e libertà.
Lo spiega lo stesso Massimo Cacciari in una bella intervista al “Gazzettino” nell’introdurre sì il suo nuovo lavoro, ma per approfondire meglio il suo particolare rapporto con la fede: attraverso l’iconografia cristiana, specie quella occidentale, il filosofo si dice affascinato dall’opera di Piero della Francesca sulla Madre di Cristo e sul “parto” che ha cambiato per sempre la storia dell’uomo. La Madonna, spiega Cacciari, è un grande simbolo della civiltà europea e occidentale: «non è la semplice obbediente, la rassegnata. È un’altissima figura di umanità e di misericordia». Una figura misericordiosa che tramite l’arte cristiana comunica coscienza, consapevolezza ma anche profonda compassione: Maria nel suo dolore di madre testimonia tanto duemila anni fa quanto oggi una consapevole e dolorosa «coscienza del proprio destino». Un destino è che missione e simbolo assieme, con la Madonna incoronata dalla Chiesa “segno di bellezza” e di “umanità”.
“NON SONO CREDENTE MA IL CRISTIANESIMO APRE ALLA LIBERTÀ DI TUTTI”: COSA HA DETTO MASSIMO CACCIARI
Il fatto che per un ateo come Cacciari riesca ad interrogarsi sulla centralità della Madonna nel cristianesimo è qualcosa di affascinante e commovente al tempo stesso, come spiega lo stesso filosofo nell’intervista al quotidiano veneto: «è noto che non sono credente», premette, eppure «il dogma dell’incarnazione, che è al centro della nostra civiltà, indica proprio questo: che l’Essente è divina». Cacciari ribadisce come altre volte in passato di non gradire particolarmente il termine “religione”, specie per legarlo all’esperienza umana, culturale e di fede come il cristianesimo: la religione viene ritenuta una brutta parola in quanto proviene da termini come “religare, legare”, con il riferimento dell’opinione pubblica che viene subito legato a divieti, precetti e obblighi.
Il cristianesimo è invece tutt’altro, o meglio, è molto di più e pure un non credente come Cacciari dopo un attento uso della ragione lo sostiene: la fede cristiana è un «appello alla nostra libertà», esattamente quello che indica il Cristo più volte nei Vangeli. Essere libero significa amare, perdonare, donare e non essere mai schiavo delle proprie fatiche e debolezze: per questo il cristianesimo sa ancora parlare al mondo d’oggi, per questo suo andare oltre i “comandamenti” e al contempo recuperando ogni norma iscritta nel Vangelo del Signore. I 10 comandamenti sono parole di Dio, aggiunge Cacciari, che provocano alla libertà umana prima ancora che all’obbligo: il suo, conclude lo scrittore ed ex sindaco, non è tanto un discorso da credente, ma “solamente” un discorso «da persona che ragiona». Ed è proprio così che la fede cristiana entra ed incontra il mondo: con libertà, affetto e ragione, le stese “qualità” che incarna perfettamente la Madonna. Questa donna dice al mondo incasinato di oggi che non vi può essere una vera convivenza, una vera vita insieme, «senza la misericordia»: non solo, per Cacciari un’Europa che non dice più nulla sulla Madonna – né da credenti né da laici – è destinata a finire assieme a tutta la sua portata culturale. Incontrare la bellezza e l’arte cristiana sono una delle forme più attive che possono ancora oggi comunicare la fede, assieme all’elemento ineliminabile della compagnia umana.