La morte di Massimiliano Lucietti, il cacciatore ucciso a Trento, continua ad essere un vero e proprio mistero: i Ris hanno stabilito che il killer non è Maurizio Gionta, il cinquantanovenne che aveva rinvenuto il cadavere e che si è suicidato ventiquattro ore dopo. “Non attribuitemi colpe che non ho”, aveva scritto in un biglietto. Gli accertamenti effettuati sul suo fucile hanno confermato che non è stato lui a sparare. “Noi sapevamo della sua innocenza, è una notizia che ci aspettavamo. Le indagini sono in corso, serve massimo rispetto nei confronti della nostra famiglia e di quella della vittima”, ha commentato il figlio Michele a Ore 14.
Gli inquirenti sono dunque ancora alla ricerca del killer, che si trova in libertà. Gli aspetti al momento certi sono relativi al fatto che il colpo è partito da almeno un metro di distanza e che il proiettile che ha ucciso Massimiliano Lucietti è un 270 Winchester di marca Hornady, lo stesso che aveva Maurizio Gionta nel suo fucile. I cacciatori che ne dispongono, tuttavia, sarebbero circa una ventina. Tutti verranno interrogati.
Cacciatore ucciso a Trento, Gionta non è killer: omicidio o incidente?
Le piste su cui indagare per la morte di Massimiliano Lucietti, il cacciatore ucciso a Trento, dopo che Maurizio Gionta è stato scagionato, non sono molte. È da comprendere se si sia trattato di un omicidio oppure di un incidente di caccia, quest’ultima ipotesi inizialmente più accreditata. In base alle prime indagini, ad ogni modo, è evidente che il killer non possa non essersi accorto di avere sparato al ventiquattrenne, il quale non si trovava in una zona imboscata.
Inoltre, resta un mistero il motivo per cui il cinquantanovenne che ha rinvenuto il cadavere della vittima si è suicidato. Non è chiaro se la questione sia collegata a qualcosa accaduto durante la battuta culminata con il decesso del giovane cacciatore oppure a problemi pregressi.