E’ stato ritrovato un cadavere nel Po nella giornata di lunedì, chiuso in un borsone. Mattino5 ha intervistato Paolo Noventa, fratello di Isabella, la donna uccisa nel 2016 e il cui corpo non è mai stato ritrovato: “Contattato dall’autorità? No, solo da voi giornalisti – ha raccontato l’uomo stamane in diretta su Canale 5 – che mi avete avvisato, le autorità mi chiameranno se dovessero esserci dei riscontri positivi immagino, perchè hanno già prelevato il dna da mia sorella, nonchè quello mio e di mia madre”. “Il mio stato d’animo? La speranza c’è sempre – ha proseguito Paolo Noventa – ovvio che non possiamo insistere nelle ricerche perchè abbiamo fatto di tutto e di più, adesso si aspetta solo una casualità tipo questa che ci possa restituire il corpo, mi auguro che sia mia sorella, anche se mi sembra abbastanza improbabile”. E ancora: “I telefonini degli assassini non hanno mai avuto contatti con celle telefoniche di quella zona, comunque non si sa mai, e se fosse così si aprirebbe un altro scenario perchè ci sarebbe una quarta persona che l’ha portata via”.



Sempre Mattino5 ha raggiunto il pescatore che ha trovato il corpo nel Po, in quel di Occhiobello, in provincia di Rovigo al confine fra Emilia Romagna e Lombardia: “Lunedì verso le 11:00 – ha spiegato – ho visto un borsone nero, mi ha colpito l’odore, era rotto da una parte, ci ha insospettiti e siamo andati a vedere. C’era un odore acre e spuntavano vestiti femminili, non abbiamo toccato nulla perchè quando abbiamo visto abbiamo lasciato stare tutto. L’abbiamo trovato in mezzo ai sassi, c’è un monumento lì sopra e dal monumento si vedeva”. Poi il pescatore ha proseguito: “Abbiamo chiamato subito i carabinieri senza allontanarci, si vedeva solo un pezzo di pelle. Che sensazione ho provato? Da fastidio, non è bello da vedere. Si poteva vedere da monte trascinato dal fiume o qualcuno che l’ha lanciato giù, è tanto tempo che il fiume è in secca, è improbabile che sia arrivato adesso, magari c’era anche prima, ma noi non siamo sempre qui a guardare. Non c’erano comunque impronte, non so se qualcuno l’ha portato dal sentiero, ha piovuto e le tracce eventuali sono state cancellate”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CADAVERE DI DONNA SU ARGINE PO, È ISABELLA NOVENTA? AUTORE RITROVAMENTO: “HO VISTO…”

Il caso legato al cadavere di donna trovato sull’argine del fiume Po a Rovigo è stato trattato ai microfoni di “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele e andata in onda nella mattinata di oggi, mercoledì 6 aprile 2022. A effettuare il macabro rinvenimento è stato il signor Davide dei meatori di Volta Grimana, esperto della zona che ha il compito di pattugliare il corso d’acqua, tanto che è solito effettuare controlli in quella zona.

Le sue affermazioni sono state raccolte dall’inviata del programma Maria Grazia Sarrocco: “Ho notato un borsone nero di grosse dimensioni, diciamo di 60 centimetri per 40, leggermente aperto da un lato, da cui spuntavano dei vestiti di colore viola e blu – ha asserito –. Ho pensato che fosse qualcosa di femminile”. A quel punto sono arrivati i carabinieri e sono stati scoperti resti di ossa umane: “Noi abbiamo semplicemente segnalato e ci siamo allontanati da quel punto non appena abbiamo capito cosa c’era”.



CADAVERE DI DONNA RINVENUTO SULL’ARGINE DEL FIUME PO. L’AUTORE DEL RINVENIMENTO: “NON HO IDEA DA QUANTO TEMPO FOSSE LÌ”

Successivamente, il signor Davide, a “Storie Italiane”, a proposito del cadavere di donna trovato in riva al Po, ha evidenziato che quegli abiti nel borsone nero “potrebbero appartenere anche a una ragazza, non necessariamente di età matura: oggi si vestono come vogliono…”.

Infine, il suo personale pensiero sull’accaduto, attorno al quale si stanno facendo numerose elucubrazioni (si ipotizza che il corpo possa essere di Isabella Noventa o di Samira El Attar, come specificato nel corso di “Storie Italiane” ndr): “Non ho idea da quanto fosse lì quel borsone… Siamo passati, abbiamo notato un ostacolo in acqua e, a maggior ragione in questo periodo in cui il livello del fiume è basso, abbiamo il dovere di segnalare materiali che potrebbero intralciare la navigazione. Può anche essere che qualcuno nei giorni prima delle piogge abbia lanciato il borsone sulle sponde da un sentiero”.