Il cadavere a pezzi nell’Adigetto, scoperto pochi giorni fa nelle acque del canale in provincia di Rovigo, ora ha un’identità che, secondo quanto riportato dall’Ansa, sarebbe stata confermata nell’ambito delle indagini serrate avviate dopo il macabro ritrovamento. La vittima, stando a quanto si apprende, è un uomo di 72 anni di origine albanese, Shefki Kurti, residente a Badia Polesine. I resti, poi attribuiti al 72enne, sarebbero stati individuati pochi giorni fa in alcuni sacchi per l’immondizia, mentre parte di un arto inferiore sarebbe stata trovata in una chiusa a Villanova del Ghebbo.
Altre parti del cadavere a pezzi nell’Adigetto – la testa, il tronco e le braccia – sarebbero state gettate nelle acque del canale e rinvenute successivamente al ritrovamento della gamba sinistra, il 28 luglio scorso, in una zona a pochi chilometri dal luogo in cui si trovavano i sacchi ora al vaglio dei carabinieri. Il 31 luglio, riporta Rovigo News, sarebbe avvenuto il ritrovamento della gamba mancante. Ad allertare i militari sulla presenza del cadavere a pezzi nell’Adigetto alcuni cittadini e personale del Consorzio di bonifica.
Cadavere a pezzi nell’Adigetto: chi è la vittima
La vittima, Shefki Kurti, riporta l’agenzia di stampa, aveva 72 anni e sarebbe residente nella stessa provincia di Rovigo teatro dell’agghiacciante scoperta. Secondo quanto trapelato nelle ultime ore, l’uomo, pensionato, era sposato e attualmente gli inquirenti sarebbero a caccia di elementi potenzialmente utili a risolvere il giallo. Sul tavolo di chi indaga, l’ipotesi di un efferato omicidio. È questa la pista su cui si condenserebbero gli sforzi della Procura della Repubblica di Rovigo che avrebbe aperto un fascicolo di indagine proprio su questa ipotesi di reato.
L’identificazione dell’uomo, a margine del recupero del cadavere a pezzi nell’Adigetto, sarebbe avvenuta all’esito degli esami condotti nelle scorse ore sui resti rinvenuti nei due siti ora oggetto di indagini. L’attività investigativa prosegue ora nel difficile percorso di ricostruzione della dinamica e delle cause della morte, in attesa che possano emergere testimonianze rilevanti ai fini dell’indagine. L’orizzonte investigativo si sarebbe profilato nell’immediatezza del ritrovamento, alla luce delle condizioni in cui versa il corpo.