A meno di un chilometro dal centro abitato di Molina, nella Val di Fiemme, sulle Dolomiti, un uomo senza nome è stato rinvenuto morto: ma chi è? E qual è la sua storia? “Era in posizione supina ai piedi di un albero, era disteso ed al suo fianco erano posizionate numerose bottiglie d’acqua”, ha commentato ai microfoni della trasmissione Chi l’ha visto Enzo Molinari, comandante dei carabinieri di Cavalese. Il cadavere dell’uomo senza identità è stato rinvenuto lo scorso 2 maggio. “L’esito dell’autopsia, siamo ancora in attesa”, ha commentato ancora il comandante, “è un’autopsia che presupponiamo difficile perché il cadavere era in determinate condizioni. Non è possibile ancora escluderlo del tutto ma quasi certamente non si tratterebbe di una morte violenta.
Sul cadavere dell’uomo trovato morto non ci sarebbero segni di violenza: è stato vittima di un malore? Sicuramente si tratterebbe di un uomo tra i 30 ed i 40 anni e tra i suoi effetti personali sarebbe stato rinvenuto un bloc-notes con una sola pagina scritta. Si tratta di una sorta di calendario scritto a penna che inizia da agosto e arriva a dicembre con le “x” che segnano i giorni ferme al 4 ottobre e la scritta in apertura: “Inizio digiuno: 30 luglio” scorso. Le domeniche sono segnate da un cerchio mentre delle barre verticali sono posizionate ogni 10 giorni: che significato potrebbe avere?
Cadavere senza nome in Val di Fiemme: si è lasciato morire? Il giallo
E’ possibile, dunque, che il misterioso uomo trovato cadavere nei boschi sia deceduto proprio poco dopo la data del 4 ottobre scorso? “Non abbiamo riscontrato né vicino al rifugio né in luoghi adiacenti luoghi dove poteva aver acceso il fuoco e cucinato”, ha spiegato il comandante dei Carabinieri. Attorno al corpo rinvenuto, solo tantissime bottiglie d’acqua, quasi una trentina in tutto. Inquietante, inoltre, la scritta in fondo al foglio del calendario: “Crematemi”.
L’uomo senza identità aveva deciso di lasciarsi morire? Era questo lo scopo del digiuno? La trasmissione Chi l’ha visto ha poi spostato l’attenzione sui diversi tatuaggi chiedendo il parere di Carla Del Zotto, professoressa di filologia germanica: “Queste rune sono una sorta di alfabeto alternativo a quello latino”. E’ possibile che si sia tatuato il nome di Giorgio o di Sergio, mentre il resto dei segni non avrebbe un significato apparente. A proposito dei tatuaggi, pare non siano stati realizzati da un tatuatore professionista. Il grande mistero di questa storia è: perché nessuno ha denunciato la scomparsa di questo uomo? Un abitante del paese ci avrebbe parlato e l’incontro sarebbe avvenuto a poca distanza dal suo rifugio. “Lo descrive come un soggetto alto, con capelli lunghi, stempiato davanti, barba incolta, comunque una persona distinta e pulita, l’accento potrebbe essere riconducibile alla zona veneta”, ha spiegato il comandante dei carabinieri rispetto a quanto riferito dal testimone. Da quello che avrebbe detto veniva dalla provincia di Padova.