Il caffè e il cacao immagazzinati nei magazzini dell’UE rischiano di essere distrutti come conseguenza della legge sulla deforestazione del blocco, entrata in vigore nel giugno di quest’anno. La legge mira a vietare la vendita all’interno dell’UE di prodotti tra cui caffè, cacao, olio di palma e gomma coltivati in aree di deforestazione e questo potrebbe avere effetti disastrosi dal punto di vista economico poiché potrebbe costringere i magazzini a liberarsi di caffè e cacao stipati. L’Intercontinental Exchange (ICE), una delle principali sedi di negoziazione dei futures sul caffè e sul cacao, e l’International Trade Centre, un’agenzia congiunta delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione mondiale del commercio, hanno avvertito che il caffè e il cacao prodotti e immagazzinati nell’UE durante un periodo di transizione fino a dicembre 2024 potrebbero essere ritenuti non conformi e dunque è probabile che debbano essere venuti al di fuori o distrutti.
Circa il 70% del cacao proviene dalla Costa d’Avorio e dal Ghana, dove la deforestazione e il lavoro minorile sono all’ordine del giorno. I principali produttori di caffè sono invece Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia. “Se arriva sul mercato entro il periodo di transizione va bene. Ma se è trattenuto e rilasciato dopo la fine dell’anno di transizione, potrebbe non essere così”, ha affermato Pamela Coke-Hamilton, direttrice esecutiva dell’International Trade Center. I prodotti potrebbero dunque essere mandati altrove o distrutti. L’ICE ha avvertito che la confusione “influirà sulla capacità del settore di commerciare prodotti in modo senza attriti e di gestire il rischio in modo responsabile ed efficace”. Ciò potrebbe causare interruzioni, colpendo “l’intera catena di approvvigionamento, dall’agricoltore al consumatore”, ha aggiunto l’ICE.
A rischio 200.000 tonnellate di cacao e 150.000 tonnellate di caffè
In un documento, l’ICE ha affermato che quasi 200.000 tonnellate di cacao e 150.000 tonnellate di chicchi di caffè sono state conservate nei magazzini autorizzati dall’ICE nei porti di tutta Europa durante l’estate. Le norme dell’UE fanno parte della legge ambientale di punta del Green Deal e mirano a impedire che i consumi del blocco infliggano ulteriori danni ai Paesi al di fuori dei suoi confini. Il regolamento richiede che gli importatori forniscano dati di geolocalizzazione delle loro merci per dimostrare che non provengono da aree colpite dalla deforestazione: infatti, quelle provenienti da Paesi a rischio deforestazione non saranno commerciabili. Il caffè e il cacao sono particolarmente colpiti perché non vengono immediatamente sdoganati all’arrivo nell’UE e possono trascorrere più di 18 mesi in magazzini doganali, spiega il Financial Times.
Matthijs de Meer, responsabile per gli affari europei presso la European Cocoa Association, ha affermato che l’industria del cacao dipende dagli acquisti a termine. “Le uova di cioccolato consumate durante la Pasqua 2025 sono il risultato dei raccolti in corso” ha spiegato. La Commissione Europea e gli Stati membri dovranno chiarire la situazione riguardo ai semi di cacao prodotti durante il periodo di transizione. “Ci sarà un enorme impatto potenziale per i coltivatori di cacao, i consumatori dell’UE e l’industria”, ha aggiunto de Meer. Il valore di “quantità significative di scorte di cacao” potrebbe essere ridotto “quasi a zero, creando sprechi alimentari e minacciando l’accesso al mercato UE per oltre 3 milioni di coltivatori di cacao”.