Tante le emozioni che ha regalato in campo, altrettante ne ha provate Cafu e non ha smesso dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. Infatti, sul palco del Festival dello Sport di Trento gli sono scappate le lacrime quando ha parlato di Carlo Ancelotti, un allenatore a cui resta legato perché è stato molto di più per lui. Lo ha definito “un padre, un fratello“, per lui “è stato tutto“, anche perché quando il padre si ammalò di cancro lo fece tornare in Brasile. “Non disse niente a nessuno, mi disse solo di pensare a mio padre“. Così tornò in patria e raggiunse il padre che era in ospedale, tutto nel giro di tre giorni.



Una volta tornato in Italia, trovò subito spazio tra i titolari del Milan e si rivelò pure decisivo con un passaggio. Cafu resta uno dei terzini più forti di sempre, anche per via del suo potenziale atletico: gli piaceva correre, ha lavorato su questo e ‘volava’ in campo. Non a caso Fabio Capello lo ha definito un extraterrestre: “Un grande complimento detto da lui“. Anche con lui c’era un grande rapporto: alla Roma c’era un confronto totale, anche a livello tattico.



CAFU E LA CHIAMATA DEL MILAN

Non poteva mancare un riferimento all’esperienza al Milan, con Cafu che rivela un retroscena sulla chiamata: all’epoca aveva 33 anni e si stava trasferendo in Giappone, nello specifico allo Yokohama, poi è arrivata la chiamata di Leonardo e Braida: “Io credevo fosse uno scherzo“. Tra l’altro, c’era in ballo anche un pre-contratto ed era stato già pagato dai giapponesi, quindi ha dovuto ridare tutto per diventare un calciatore rossonero.

Il piano di Carlo Ancelotti era di farlo giocare solo 12 partite a stagione, in realtà le ha disputate tutte fino a 38 anni. “Non volevo riposare mai“, infatti era un instancabile che ha “vinto tutto quello che c’era da vincere“. Anche lo scudetto alla Roma, che è un successo “diverso“.



DA BERLUSCONI A MALDINI

Tornando al Milan, ha spiegato che il segreto di quella squadra era la preparazione, perché tutti correvano tanto e lui era al top fisicamente. Ha un grande ricordo anche di Silvio Berlusconi, “impressionante” anche per la sua attenzione alla tattica, “fantastico” per il rispetto che riservava ai giocatori. Tra questi, Cafu ha un ricordo speciale di Maldini che associa al club rossonero, oltre a definirlo il miglior difensore della storia di questo sport; ma ha anche sottolineato che ha reso grande il Milan e dovrebbe restarci a lavorare.