Il nome di Caitlin Clark è da tempo al centro delle cronache del basket: americana e tra i migliori giovani talenti, la giocatrice di Wnba, la lega professionista femminile, sarebbe finita nel mirino del movimento e di alcune sue colleghe. Da esordiente, Clark viaggia a una media di 15.6 punti a partita, altissima per una giovane alla prima esperienza nel campionato e ancor di più per una playmaker: basti pensare che la più forte nel campionato ha una media di 17. Caitlin vanta inoltre il record di punti al college e di assist in una sola stagione, rispettivamente 191 e 60: ma perché, allora, la sua figura fa così tanto discutere?



Come spiega La Verità, a far finire nel mirino la giocatrice di Wnba è il suo essere “bianca ed eterosessuale”: il mondo del basket femminile, infatti è dominato dal “black power” e c’è un’alta presenza di rappresentanti della comunità Lgbt+. Questo l’avrebbe resa vittima più volte, secondo il quotidiano, delle avversarie, con falli a tradimento come quello di Chennedy Carter o spinte, insulti e provocazioni, come quelli di Angel Reese: anche gli arbitri prenderebbero raramente le sue parti, non punendo in maniera adeguata gli interventi violenti.



Caitlin Clark fuori dalle convocazioni della Nazionale per le Olimpiadi

Come spiega La Verità, Caitlin Clark, una delle più forti della Wnba nonostante la giovane età, viene spesso vista come colei che “deve farsi le ossa” e anche la collega veterana Taurasi l’aveva affermato prima del suo arrivo nel massimo campionato: “Il bagno di realtà sta per arrivare. Sembri una giocatrice sovrumana se giochi contro le diciottenni ma stai per andare a giocare contro delle donne adulte che sono professioniste già da tempo. Anche lei scoprirà presto la dura realtà”.

Nel team per le Olimpiadi di Parigi, ad esempio, Caitlin Clark non figura tra le 12 convocate nonostante sia una delle giocatrici migliori nonché fenomeno mediatico, perché di lei si parla e anche tanto e perché gli sponsor sembrano particolarmente interessati alla sua figura, tanto che dopo il suo ingresso in Wnba sono schizzati del 40% gli introiti pubblicitari. Dopo il tanto parlare sulla sua figura e sulle presunte violenze in campo, anche i media statunitensi sono divisi, tra chi le dà ragione e chi no.