La madre di una delle due cuginette vittime degli orrori del Parco Verde di Caivano ha parlato con il Messaggero del recente arresto dei colpevoli degli abusi che, finalmente, le permette di tirare un lieve respiro di sollievo. Racconta, infatti, che “sono settimane che vivo nel dolore“, mentre dopo aver ricevuto la notizia dell’arresto degli stupratori “ho vissuto finalmente un momento di gioia, il primo da tempo”.



“Le violenze subite da mia figlia e da mia nipote” a Caivano, racconta, “resteranno un segno indelebile nelle loro vite”, ma ora fortunatamente “quella gente non rappresenterà più un pericolo per altre ragazzine. Almeno si spera”. Sostiene che da oggi “mi sento più tranquilla” soprattutto dopo tutte le “notti rimasta sveglia pensando a quei delinquenti ancora liberi”, mentre ora la speranza è una sola, ovvero “che vengano puniti come si deve: nessuna pietà per chi ha distrutto la vita di due bambine”. Parlando, invece, delle due cuginette vittime degli abusi a Caivano, sostiene che “restano affidate ai servizi sociali. Nella stessa comunità hanno portato anche l’altra mia figlia, almeno le due sorelle stanno insieme”, mentre loro fratello “è stato trasferito in un’altra casa di accoglienza” e pur preferendo che non venissero separati, sostiene che “l’importante è che stiano bene”.



La madre della cuginetta: “Anche io vittima di Caivano come mia figlia”

Differente sorte, invece, per l’altro figlio della donna, madre di una delle due vittime del Parco Verde di Caivano, che lì è rimasto perché pur volendo andare via, “non sa dove”. Lui, racconta, “ha subìto minacce, gli hanno rubato il motorino per ritorsione. Dicono che per colpa nostra il parco è assediato dalle forze dell’ordine e non possono più vendere droga“. Mentre lei sostiene di essersi “trasferita a casa dei miei genitori” perché “lì non ci potevo più stare”.



Racconta, infatti, che Caivano ha rappresentato in passato anche per lei una sorta di mostro, “anche io sono una vittima, ne ho passate di tutti i colori. Ho avuto un’infanzia difficile e dolorosa, che mi ha portato a fare scelte sbagliate” al punto che finì “nel vortice della dipendenza dall’alcol”. La situazione al Parco Verde, infatti, racconta che “è veramente molto grave” ritenendo che ci sia “bisogno di assistenza e di controlli” soprattutto perché “quello che è successo a mia figlia e a sua cugina, purtroppo, accade molto più spesso di quanto si immagini“. Ora serba un solo sogno, oltre a quello che i colpevoli degli abusi siano puniti senza sconti, ovvero “che io e la mia famiglia tornassimo a vivere tutti insieme, nella stessa casa, ma lontano da Caivano”.